Sacramento, 17 lug – Dopo i problemi avuti in Europa, Italia compresa, Uber deve vedersela ora anche con la legislazione della California, e con una maxi multa da diversi milioni di dollari.
Le cause sono da imputarsi ad un mancato report dettagliato contenente tutti i dati dei conducenti che accettano passeggeri indipendentemente dalle loro condizioni o posizioni. Il report è stato sì presentato, ma incompleto per tutto il 2014 e l’azienda si è rifiutata di presentare le documentazioni richieste. Ed è a questo punto che le autorità di vigilanza dello Stato della California hanno multato Uber con 7,3 milioni di dollari.
La società di San Francisco che fornisce servizio di taxi attraverso una app per smartphone, nello specifico non ha fornito i dati relativi al numero di passeggeri che hanno richiesto veicoli in grado di ospitare sedie a rotelle o animali ed il numero di volte in cui tali richieste sono state accettate. Inoltre, è stata omessa una lista di richieste riguardanti i codici di avviamento postale e quanti di questi sono raggiunti dal servizio, così come non ha presentato informazioni sui conducenti che hanno commesso violazioni.
La portavoce di Uber, Eva Behersmd, in una nota ha espresso “profonda delusione” annunciando che comunque l’azienda si rivolgerà in appello perchè a loro dire la diffusione di ulteriori dettagli comprometterebbe la privacy dei passeggeri e dei guidatori.
Sono 30 i giorni concessi a Uber per rispondere con il serio rischio che anche in California la licenza venga sospesa. Tutto questo mentre la società macina record su record: Uber avrebbe superato i taxi regolari in nord America con incassi da record. Ma a fronte di tutto questo si scopre sempre più come il terreno di illegalità su cui è sorta questa società stia franando pezzo dopo pezzo.
Giuseppe Maneggio
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