Atene, 16 lug – In ritardo di oltre due ore rispetto all’ultimatum dei creditori internazionali, che richiedevano l’approvazione del pacchetto entro la giornata di ieri, il Parlamento della Grecia ha dato il disco verde al piano di riforme richiesto come primo passaggio verso lo sblocco dei fondi necessari ad evitare un imminente default.
In un contesto spettrale, che ha visto in piazza Syntagma feroci scontri fra autonomi, blac block e polizia (numerosi i feriti e gli arresti), Tsipras è riuscito a raccogliere una maggioranza non scontata. Prima la bocciatura da parte del direttivo di Syriza, che ha sostanzialmente sfiduciato la linea del premier. Poi l’ostruzionismo ad oltranza che ha visto protagonisti, oltre ai deputati, anche la presidente dell’assemblea Zoì Konstantopoulou.
Alla fine, il voto: grazie ai rappresentanti degli ex partiti di maggioranza Pasok e Nea Dimokratia, il parlamento ha approvato un piano che definire lacrime e sangue è dire poco. Fra i punti più contestati l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per le isole, la riforma della previdenza che vedrà entro il 2022 l’abbandono delle pensioni anticipate e, soprattutto, l’aumento dell’Iva su beni di primaria necessità come pasta pane e latte, con l’imposta che passerà dal 13 al 23%.
Quella di stanotte è solo la prima tappa di un lungo percorso. Un iter pieno di ostacoli, a partire soprattutto dall’ormai effimera maggioranza che fino a pochi giorni fa sosteneva compatta il premier. Nonostante il successo nella votazione non è detto che Tsipras possa continuare contando solo sulle forze (residue) di Syriza e quelle degli alleati di Anel, rendendo così sempre più vicina l’ipotesi di un governo di unità nazionale. O addirittura di un esecutivo tecnico.
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1 commento
Autonomi e blac block? è il resto del popolo greco subisce in silenzio?! avranno il destino che meritano!