Roma, 26 gen – Si dirà, che il caso dell’aereo russo abbattuto potrebbe infiammare ulteriormente il conflitto tra Russia e Ucraina. Ma è plausibile anche ipotizzare un’altra strada, sebbene lontana da una pratica concreta, almeno al momento (anche per le “fantasie” che animano il governo di Kiev sulla sconfitta della controparte): quello di un paradossale percorso verso la pace. Vediamo perché.
L’aereo russo abbattuto “indiavola” Mosca e l’Ucraina
La questione dell’aereo russo abbattuto tiene banco ormai da due giorni. “Soliti” dibattiti tra i due contendenti, con gli ucraini che avevano dichiarato che il velivolo trasportasse missili e i russi che replicavano con la descrizione di 65 prigioneri a bordo destinati a uno scambio. La situazione si è così infiammata da provocare la richiesta da parte di Sergej Lavrov anche di riunione del Consiglio di Sicurezza Onu. Oggi, Mosca ha attaccato verbalmente l’Ucraina per bocca di Dmitry Polyansky, primo vicepresidente russo presso l’organizzazione all’Onu. La Russia si impegnerà a fondo per punire i responsabili: “Faremo di tutto per garantire che tutti i responsabili di questo e di altri crimini della cricca neonazista di Kiev ricevano la meritata punizione”, ha detto Polyansky. Per il rappresentante di Mosca, la leadership ucraina “conosceva perfettamente il percorso e per il trasporto dei soldati verso il luogo dove sarebbe avvenuto le scambio”.
Attacchi verbali e non solo: la Federazione spinge sull’acceleratore anche sul campo, e colpisce 8 comunità nell’oblast di Sumy, dove sono state registrate ben 56 esplosioni. Kiev resiste a fatica e i mezzi cominciano a scarseggiare. Per quanto la situazione sia complicata dalle accuse reciproche, è plausibile immaginare un – lento – percorso verso il concetto di “trattativa”, come dimostrano anche le parole, pur confuse e contraddittorie, del presidente ucraino nei giorni scorsi.
Il fallimento delle operazioni di Kiev, ma la pace resta complicata
La famosa e a lungo diffusa sui media occidentali “controffensiva ucraina” non si è, nei fatti, mai realizzata. Anzi, gli ultimi mesi sono stati un vero inferno per Kiev, il cui sostegno americano, messo in difficoltà dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente, sta diventando man mano sempre più fragile. Oltre ai più esperti di geopolitica militare, se ne rende conto lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale prova a lanciare ipotesi di pace irrealistiche da qualche settimana, chiedendo sostanzialmente la fine dell’ostilità ma impuntandosi su una – a questo punto davvero difficile da prevedere – sconfitta di Mosca. Ovviamente, il proposito del governo di Kiev messo così è impossibile, ed è ciò che rende attualmente complicata una pace effettiva. Ma il fatto che si inizi a parlare di una “conclusione” in modo più insistente non è un aspetto da sottovalutare.
Aurelio Del Monte