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Cornuti e mazziati: ora l’Ue ci fa la lezioncina sulle “raccomandazioni non rispettate”

by Aurelio Del Monte
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Ue raccomandazioni Italia

Roma, 19 feb – L’Ue ci tiene a farci sapere che le sue raccomandazioni sono legge, o meglio diktat. Senza definirle diktat, chiaramente. Come riporta l’Ansa, l’ultima predica da Bruxelles è bella che servita.

L’Ue e le raccomandazioni che la cattiva Italia non ascolta

Parla Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ospite a Start, su Skytg24. “Poco tempo è stata fatta questa valutazione da parte della Commissione. Anche sul budget italiano che non sembra essere in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue. Questo vale anche per altri Paesi.E abbiamo chiesto all’Italia di intraprendere deviazioni e di rimettere in linea” i conti pubblici “con le nostre raccomandazioni”.  I soliti compiti a casa, per un Paese il cui governo ha dovuto lavorare a una finanziaria di “briciole”, esattamente come il suo predecessore, sebbene le poche risorse disponibili siano state orientate oggettivamente verso le fasce più deboli. Ma con un approccio che rende – ovviamente – impossibile qualsiasi rilancio serio dal punto di vista economico e occupazionale, oltre che – soprattutto – di salario medio.

Le solite tristi prediche e le pressioni sul Mes

Ancora una volta, l’Italia passa nelle dialettiche di Bruxelles come il bambino cattivo che non rispetta le regole. Ciò nonostante dal 1992 in poi ed eccezion fatta per la fase Covid, sia stato il Paese che più di ogni altro è stato ligio ai massacranti parametri di Maastricht. Ma non fa niente. C’è un Mes da far approvare e non c’è possibilità di accettare un rifiuto dell’Italia nel merito. Così Dombrovskis insiste anche su quello, non pago della “resa” di Palazzo Chigi sulla nuova versione del Patto di Stabilità che entrerà in vigore nei prossimi anni: “Le discussioni continuano con l’Italia”, dice. Poi aggiunge che “ovviamente spetta al Parlamento italiano decidere quali sono i prossimi passi in avanti” (tante grazie, Valdis) ma che “speriamo di poterli vedere quanto prima”. Inoltre: “Non ricopro la posizione giusta per poter parlare sull’Italia e di cosa deciderà il Parlamento, ma sarò in contatto” con il governo “e discuteremo dei prossimi passi insieme”. Solita domanda: discussione o imposizione?

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