Un amore malato può lasciare ferite profonde. Può lasciare segni indelebili fino alle conseguenze più tragiche. Quelle che quasi quotidianamente caratterizzano le cronache e sono oggetto di trasmissioni di approfondimento.
Ci sono donne che sono riuscite a reagire ed a trovare la forza per liberarsi di chi pensa che l’amore sia sinonimo di possesso. É il caso di Viky Moore che è riuscita a ribellarsi all’uomo che non perdeva occasione per vessarla e picchiarla. Quando ha compreso che quell’amore era diventato una prigione è riuscita ad allontanarsi e ad ricostruire la sua vita. Niente però è stato più come prima. Da allora ha faticato a pronunciare la parola amore ed ha preferito dedicarsi al lavoro. Ha iniziato a esibirsi nei night club ed a lavorare nel mondo dell’intrattenimento per adulti.
Viky Moore ha deciso di raccontare la sua odissea dopo la tragica fine di Giulia Cecchettin in un’intervista rilasciata aNotizie Audaci. Un dramma che ha riportato alla mente quel tormentato periodo. Tutto è partito da un lungo post condiviso su Facebook corredato da una foto che la ritraeva giovanissima, nel 1992, all’inizio della sua tormentata love story. “Per varie situazioni ho conosciuto anche io un uomo che mi maltrattava e derubava. Ero innamorata e come una stupida lo perdonavo sempre… ma poi lui lo rifaceva, chiedeva scusa e poi di nuovo violenza verbale e fisica. Non ero in grado di state sola ero insicura e timorosa credevo che una donna avesse bisogno di un uomo per vivere” – ha spiegato la star dell’intrattenimento per adulti.
“Ero solo giovane e inesperta. Forse un po’ illusa di trovare il grande amore. Tutto quel dolore mi ha reso la donna che sono oggi. Non voleva che lo lasciassi ed una volta mi ha tagliato a pezzi i vestiti più belli perché ha capito che volevo partire. Sono riuscita a liberarmi di lui perché è stato arrestato dopo due anni di allucinanti litigi” – ha aggiunto Viky Moore raccontando altri dettagli di quel difficile periodo. “Correvo dalla vicina perché mi voleva menare. Non so quante volte ho chiamato le volanti della polizia per paura delle sue reazioni. Sono finita in analisi ed ho capito tante cose”.
L’attrice ha parlato di ‘sindrome della crocerossina’: “Dicevo sempre che era colpa mia e che lui sarebbe cambiato. Voleva dei figli da me solo per legarmi a lui. Ne aveva già due che non riusciva né a gestire né a mantenere. E poi quelle terribili parole: ‘Sei solo mia’, ‘fai quello che dico io’. Della gelosia non parliamo così come dei maltrattamenti che subiva il cane. Con il tempo ho capito che gli uomini non cambiano e che è inutile ostinarsi per cercare di cambiarli”.
Da un amore ossessivo di un uomo al lavoro che l’ha portata ad essere oggetto dei desideri dei maschietti. “É un ambiente dove se non rispetti le donne vieni allontanato. Fare la performer non significa che chiunque può avvicinarsi senza consenso. Ci sono delle regole e i bodyguard sono sempre pronti ad intervenire se qualcuno si comporta male”.
Per Viky Moore un’esperienza nel night club può essere utile ad acquisire sicurezza. “Ho iniziato a comprendere che valevo e che una donna ha un potere immenso che va solo affinato. Un’altra strada che suggerirei è quella di frequentare scuole di burlesque per riscoprire la propria femminilità e quel potere seduttivo che tanti voglio cancellare”. Single da nove anni, per l’attrice avere un partner non è una priorità. “Per trovare un compagno valido bisogna prima stare bene con se stessi. Il modello di famiglia e le aspettative sono cambiate e per fortuna la donna non è più relegata ad oggetto di desiderio che ha come unico compito mettere al mondo i figli ed occuparsi della casa”.
Piccoli consigli ma anche momenti di confronto. Viky Moore è pronta a tendere la mano a chi ha bisogno di un supporto morale, di un prezioso consiglio. “Sono disponibile attraverso i miei canali social a parlare con chi sta vivendo una situazione del genere e non trova il coraggio di parlarne. Nel mio piccolo voglio dare il contributo sulla scorta della mia esperienza. Bisogna fare rete, condividere il proprio vissuto e trasmettere il coraggio necessario per voltare pagina.
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