Roma, 6 dic – Luca Casarini e i migranti, una storia d’amore. Fin troppo profonda a quanto pare, considerato l’alto coinvolgimento del portafogli personale dell’attivista, ben riempito del denaro proveniente dalla sua Ong Mediterranea. Le intercettazioni della procura di Ragusa riportate dal Giornale lasciano poco spazio all’immaginazione.
Casarini e l’uso dei soldi dei “migranti”: le intercettazioni choc
Il dialogo è con il socio Giuseppe Caccia, che su Whatsapp ammonisce Casarini in più di un’occasione. Si parte con questo: “Sull’uso della carta devi evitare di fare cazzate. Non hai spedito giustificativi e il tabulato è pieno di voci ingiustificabili, che sarà un casino spiegare. Così mi metti in forte imbarazzo con gli altri”. La risposta è un tentativo di assolversi: “Ci sono alcune voci che riguardano arredamento sede/foresteria. Altre che vanno detratte perché non avevo altro per pagare (ad esempio un cinema con i ragazzi). Ma è tutto spiegabile e penso che non superi i 100 euro”. Ma la nuova replica di Caccia è infuriata: “Ma capisci che cazzo racconto, ad esempio, dei biglietti del cinema? E dei prelievi di contante? E di Justeat? E delle spese a Pantelleria dell’estate? Ti chiedo solo di evitare cazzate visibili con la carta. A Pantelleria sono negozi, mica spese di viaggio“.
Se devi fare “ca**ate”, non farti notare
Il messaggio finale di Caccia a Casarini pare essere questo: se proprio devi fare cazzate, almeno cerca di non farti notare. Per il resto, le sostanziose risorse economiche giunte alla Ong Mediterranea (circa 125mila euro) non sono bastati a coprire i suoi buchi finanziari. Il progetto sarebbe stato quello di usare future donazioni della Cei con fondi provenienti da alcune curie che avrebbero potuto garantire addirittura 65mila euro al mese. Ora, forse, il quadro è leggermente cambiato. Non cambia però la storia personale di Casarini stesso, un personaggio da sempre ambiguo e controverso.
Aurelio Del Monte