Le crisi coniugali portano con sé una molteplicità di problemi che coinvolgono sia gli aspetti personali che quelli più strettamente pratici, come i rapporti patrimoniali. Spesso la chiusura di un matrimonio non è facile proprio perché bisogna sopportare il peso di riorganizzare non soltanto la propria sfera emotiva, ma anche le proprie abitudini. Tutelare il proprio patrimonio e conoscere le conseguenze economiche del divorzio è importante per avere un quadro chiaro di cosa potrebbe accadere una volta sciolto il matrimonio; questo è ancora più importante quando ci sono figli, i cui interessi vanno sempre tutelati. In questo articolo si presenta una panoramica dei possibili effetti del divorzio sui rapporti patrimoniali fra i coniugi.
I regimi matrimoniali: comunione e separazione dei beni
La comunione dei beni è l’istituto che consente di avere la proprietà congiunta di tutti i beni acquistati dopo il matrimonio, il che significa che in caso di separazione i beni stessi vengono divisi a metà fra i due coniugi. Diversamente, il regime patrimoniale di separazione fa sì che i patrimoni dei due coniugi restino separati: ognuno dei due resta proprietario di ciò che possedeva prima del matrimonio e di quanto acquista nel corso dello stesso. In questo caso, al momento di sciogliere il matrimonio non ci sarà alcuna divisione dei beni, perché questi ultimi restano di proprietà di chi li acquista. Qualunque sia il regime patrimoniale scelto, la decisione deve essere comunicata al termine del matrimonio, quindi o al sacerdote se il matrimonio è celebrato in Chiesa o all’ufficiale di stato civile se celebrato in Comune. La decisione viene annotata sull’atto di matrimonio, in caso contrario si applica in automatico la comunione dei beni. Quest’ultima, infatti, è chiamata anche comunione legale proprio per scatta per legge senza bisogno di apposite dichiarazioni. Ad ogni modo, gli accordi possono sempre essere modificati in un momento successivo andando da un notaio.
Cosa succede al momento del divorzio
Il problema della ridistribuzione dei beni soltanto in regime di comunione, perché in caso di separazione dei beni non cambia nulla, dal momento che ciascun coniuge ha già la titolarità sui propri beni. Bisogna comunque considerare che secondo l’art. 179 del Codice Civile non entrano in comunione:
- beni di cui il coniuge era proprietario prima del matrimonio;
- beni strettamente personali;
- beni ottenuti per risarcimento danni;
- beni acquisiti con il prezzo del trasferimento o scambio dei beni personali.
Quando si completa la separazione legale, il regime di comunione decade e i beni vengono distribuiti in parti uguali fra i coniugi, debiti compresi. Tutto deve essere spartito, quindi:
- gli acquisti fatti durante il matrimonio;
- eventuali redditi derivanti dai beni (per esempio canoni di locazione di immobili)
- aziende costituite dopo il matrimonio;
- guadagni derivanti dal lavoro;
- utili e incrementi delle aziende nate prima del matrimonio.
Trasferimenti di titoli e imprese familiari
A volte la questione non è così semplice, specialmente quando ci sono in ballo dei passaggi finanziari da finalizzare o il coinvolgimento dei due coniugi nella stessa attività lavorativa. Se si devono trasferire dei titoli, occorre validare l’azione tramite un atto pubblico davanti a un notaio. Per quanto riguarda l’impresa familiare, questa ha natura giuridica in quanto serve a riconoscere ai familiari collaboratori diversi diritti, come quelli agli utili e agli incrementi, al mantenimento ecc.
Dato che con il divorzio vengono meno i rapporti patrimoniali fra i coniugi, lo stesso vale per l’impresa familiare. Il coniuge che interrompe la prestazione presso l’impresa ha diritto alla liquidazione della quota da parte del coniuge titolare dell’attività, se non si trovano accordi a riguardo sarà il giudice a stabilire le modalità di pagamento, che in genere avvengono in più annualità.
Conclusioni
Quando si affronta una crisi coniugale, gli scenari che si aprono possono essere davvero variegati. Per questa ragione occorre conoscere preventivamente tutte le possibili conseguenze della separazione, e l’unico modo per farlo è affidarsi a un avvocato divorzista. L’avvocato può chiarire al cliente i limiti dell’azione di divorzio per quanto riguarda le divisioni patrimoniali: infatti, al momento del divorzio il giudice può al massimo occuparsi dell’assegnazione della casa coniugale o dell’erogazione dell’assegno di mantenimento, non delle questioni patrimoniali relative ai due coniugi.