Home » L’ipocrisia della sinistra sull’assalto alla sede di Pro Vita

L’ipocrisia della sinistra sull’assalto alla sede di Pro Vita

by Michele Iozzino
0 commento
pro vita

Roma, 28 nov – Più facile cancellare le prove che condannare le violenze. Sembra essere questo il messaggio che il comune di Roma ha voluto dare più o meno indirettamente a Pro Vita e Famiglia, dopo che la sede romana dell’associazione è stata attaccata e vandalizzata durante il corteo del 25 novembre organizzato da Non una di meno. Le scritte intimidatorie, gli insulti, le minacce, i segni tangibili dell’attacco sono stati cancellati nottetempo e con una solerzia quasi sospetta.

Coghe (Pro Vita): “Qualcuno si è affrettato a nascondere tutto sotto al tappeto”

A rendere nota l’incongruenza è Jacopo Coghe, presidente dell’associazione: “Questa mattina ci siamo recati alla sede di Pro Vita e Famiglia per scattare delle foto più precise degli insulti e delle volgarità con cui le femministe hanno imbrattato le nostre serrande, e con nostra grande sorpresa abbiamo trovato tutto cancellato dal servizio decoro urbano del Comune di Roma, che senza nemmeno avvisarci ha passato alcune mani di vernice, peraltro con una tinta del tutto incompatibile col colore del palazzo”. Un comportamento che per Coghe non è eccesso di zelo, ma segno dell’ipocrisia della sinistra che guida la città (non a caso il sindaco di Romadel Partito Democratico Roberto Gualtieri, non ha ancora condannato le violenze né mostrato solidarietà all’associazione): “Evidentemente, qualcuno che al Comune di Roma non ha ancora trovato il tempo di esprimere una sola parola di solidarietà per gli attacchi che abbiamo subito ha ritenuto troppo imbarazzante il corpo del reato, e si è affrettato a nascondere tutto sotto al tappeto. Potete provare a ripulire alla bene e meglio le nostre serrande, ma questo non vi ripulirà la coscienza sporca”.

L’ipocrisia della sinistra

Per certi versi le parole di Coghe sono addirittura ottimiste, perché presuppongono che appunto ci sia qualcuno che senta di avere la coscienza sporca. Infatti, non c’è solo chi si chiude in un silenzio imbarazzato o chi – come il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte – si esibisce in condanne tardive e con i soliti distinguo, ma anche chi sembra voler dire che in fondo quelli di Pro Vita e Famiglia se la sarebbero meritata. Ad esempio, il consigliere regionale in quota Partito Democratico Eleonora Mattia ha risposto alla Giunta regionale che chiedeva una condanna unanime: “Forse sarebbe più responsabile ragionare in maniera consequenziale”. Per poi spiegare: “Non ha di certo aiutato la delibera della Regione Lazio sulla gestione dei bonus per le neomamme che ha escluso i Consultori famigliari e ha invece aperto alle associazioni Pro Vita che per statuto operano contro i principi della legge statale 194 sul diritto all’aborto”. A parti invertite si sarebbe parlato forse di victim blaming.

Michele Iozzino

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati