Roma, 17 nov – Tanto rumore per nulla, l’addio di Corrado Augias alla Rai è durato meno del previsto. Nonostante il suo passaggio a La7 e relative polemiche, il vetusto giornalista avrà un suo programma anche sulla televisione nazionale.
Il ritorno di Corrado Augias in Rai
Augias è riuscito nella difficile impresa di salvare capra e cavoli: farsi passare da vittima del governo e mantenere il posto che occupa da più di sessant’anni. In più, una nuova (e redditizia) conduzione a La7. La sua parabola sarebbe quasi un capolavoro, se non fosse che la sua linea da “duro e puro” venga così ridotta a una specie di commedia degli equivoci. Nel cedere alla lusinghe di Cairo e di La7, il giornalista aveva pestato i piedi contro “mamma” Rai, parlandone in questi termini: “C’è troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi”. Insomma, il suo abbandono era il segno della volontà del governo di smantellare il servizio pubblico e imprimergli un cambio di clima. Ovviamente il tutto in un senso negativo e peggiorativo, quasi fosse l’avvento di una rinnovata barbarie, se è vero – come è vero almeno secondo il parere di Augias – che la destra sia sempre una sorta di de-culturazione, di mancanza di ragionamento, e cedimento all’istinto.
Un’ipocrisia travestita da superiorità morale
Tutto questo è stato d’un tratto dimenticato quando l’Amministratore Delegato della Rai Roberto Sergio ha affidato le chiavi della terza edizione del fortunato programma la “Gioia della musica”, nonostante il suo passaggio ad un’altra emittente. Richiesta che Augias ha prontamente accettato, ringraziando perfino per il “tono cortese”. Un ritorno a casa talmente veloce da lasciare quasi senza parole. Ma a ben vedere, la presunta superiorità morale e culturale ostentata Augias è piuttosto un’infondata arroganza colorata da una più o meno manifesta ipocrisia. Ed è proprio il trattamento riservato al giornalista che fa venire in mente quei “favoritismi” che lui stesso aveva deprecato.
Michele Iozzino