Roma, 6 nov – Gli eco-imbecilli tornano in azione, questa volta è toccato alla Venere Rokeby del pittore spagnolo Diego Velàzquez. Dipinto che gli attivisti hanno preso a martellate per protestare contro l’uso di combustibili fossili.
Eco-imbecilli ancora in azione
Si sa, con la scusa del clima tutto è concesso. Anzi, dai primi imbrattamenti con vernice o salsa di pomodoro, fino all‘uso della colla per attaccarsi alle opere d’arte o all’asfalto, sembra di assistere a tutti gli effetti ad un crescendo. Infatti, questa volta gli attivisti di Just Stop Oil hanno colpito con dei martelli rompivetro – per intenderci, quelli presenti nei mezzi pubblici come autobus o treni per infrangere i finestrini in caso di emergenza – il vetro protettivo della Venere Rokeby, rompendolo. Il gesto è stato rivendicato come forma di protesta contro il governo britannico, in particolar modo contro il rilascio di licenze per la ricerca e lo sfruttamento di giacimenti di combustibili fossili. Il tutto è andato in scena alla National Gallery di Londra.
Preso a martellate quadro di Velàzquez
Il quadro, risalente alle metà del Seicento, non è stato però scelto a caso. Nel 1914 la Venere Rokeby era stato oggetto delle attenzioni, per così dire, delle suffragette. L’attivista femminista Mary Richardson aveva vandalizzato l’opera d’arte, accoltellandola più volte, come segno di protesta contro l’arresto di Emmeline Pankhurst, che era una delle guide più importanti proprio del movimento delle suffragette. Una continuità ideale che quelli di Just Stop Oil rivendicano, tanto da usare l’azione della Richardson come pretesto e giustificazione: “Le donne non hanno ottenuto il diritto di voto votando”. Così invocano un bisogno di agire, anche fuori dai soliti canali politici e democratici: “È tempo di azioni, non parole, è tempo di piantarla col petrolio”. Corsi e ricorsi storici, con eco-vandali che danno fondo alla propria retorica messianica e apocalittica, parlando con un tono sospeso tra l’accusatorio e l’isterico di “milioni di persone” che moriranno a causa dei combustibili fossili.
Michele Iozzino