Roma, 5 nov – Tra circa un mese si concluderà il mondiale di Formula 1 del 2023, che ha già visto assegnato sia il titolo piloti (Verstappen jr.) che quello costruttori (Red Bull Racing); campionato che si è segnalato per il primo gran premio d’Italia dopo le celebrazioni per il centenario dell’autodromo di Monza (inaugurato il 3 settembre 1922, è ospitato dal celebre parco della Villa Reale: il giardino cintato più grande d’Europa, che in estate ha ospitato – dopo che un nubifragio durato giorni ne aveva fatto paventare la cancellazione – un concerto di Bruce Springsteen: settantamila biglietti venduti già da un anno), e per le polemiche riguardo la sicurezza dei piloti nel gran premio del Qatar, lo scorso 8 ottobre: il caldo eccessivo ha reso micidiale lo sforzo necessario a guidare una vettura da Formula 1, e cinque piloti (Sargeant, Stroll, Ocon, Alonso, Piastri) hanno accusato malori: il dibattito contrappone l’entusiasmo per un ritorno della F1 ai suoi tempi “eroici”, quando i piloti mettevano a rischio la vita, alla deprecazione d’uno spettacolo feroce messo in scena per compiacere gli sceicchi.
Hugo Pratt, nel segno della nostalgia
La Formula 1 è accomunata al calcio dal nostalgismo dei suoi seguaci: si guarda con malinconia ai decenni considerati più gloriosi, per entrambi gli sport gli anni ’70-’80-’90. Il carisma dei calciatori e dei piloti, l’eleganza delle maglie e delle livree, lo spettacolo in calcio e in pista, la maggior libertà lasciata sugli spalti…
A proposito di nostalgia e di livree. Trent’anni fa, un mondiale di Formula 1 annoverava tra le monoposto in gara una vettura decorata da un grande artista, forse il maggior fumettista del secolo scorso: ai gran premi di Giappone e Australia (penultimo e ultimo del mondiale 1993, vinto da Alain Prost con la scuderia Williams motorizzata Renault), la Ligier (anch’essa con motore Renault) numero 25, pilotata dal britannico Martin Brundle infatti si presentò con una veste speciale (la 26 del gregario mantenne veste “standard”, blu con inserti bianchi e tutti gli sponsor). Una marca francese di sigarette, sponsor principale della scuderia, aveva infatti commissionato una speciale livrea a Hugo Pratt, il grande artista riminese-veneziano (allora residente in Svizzera), che elaborò la mascotte delle sigarette con i colori della Ligier, disegnando la silhouette nera della gitana danzante su sfondo bianco, attorniata da nuvole azzurre di nicotina.
Non solo Corto: le avventure di Hugo Pratt
Fumettista reso celebre dal personaggio di Corto Maltese, ma autore di tanti altri fumetti d’avventura (dagli adattamenti di Emilio Salgari e Sandokan a un bellissimo omaggio ad Antoine de Saint-Exupéry), romanziere e attore cinematografico (da “Quando c’era lui… caro lei!” assieme a Paolo Villaggio, a “Mauvais Sang” di Leos Carax), avventuriero e giramondo (nonostante l’attaccamento a Venezia), Pratt (che nei primi anni ’90, periodo purtroppo per lui terminale – un tumore lo ha stroncato, a 68 anni, il 20 agosto 1995 – era particolarmente richiesto per iniziative pubblicitarie: disegnò anche degli zaini scolastici allora di gran moda) ha così aggiunto, alla sua formidabile vita, l’esperienza della Formula 1.
Non fu la sola volta che una scuderia di Formula 1 gareggiò con una livrea speciale: già nel 1986 la McLaren di Keke Rosberg si era presentata in Portogallo con una monoposto bianca e gialla, mentre Alain Prost mantenne la classica veste biancorossa che riproduceva i pacchetti di sigarette d’una marca americana. Nel 1994, la Ligier avrebbe ripetuto l’eccezione, ma i patron del “Circus” – Bernie Ecclestone e Max Mosley – che già avevano, per aiutare la Ligier indebitata, permesso che Brundle corresse con una vettura in “edizione speciale”, negarono il bis.
I due gran premi di Pratt e Brundle
In due gare (24 ottobre e 7 novembre), la vettura di Brundle e Pratt racimolò soltanto un punto, arrivando sesta in Australia (non andò a punti invece in Giappone, dato il nono posto). La Ligier era comunque una scuderia più che discreta (gli anni successivi avrebbero registrato un drastico declino, sino al ritiro dalla massima competizione automobilistica mondiale), e giunse quinta nella classifica finale delle scuderie (subito dopo la Ferrari pilotata da Jean Alesi e Gerhard Berger). I suoi piloti, Brundle e il connazionale Mark Blundell, conclusero il mondiale rispettivamente settimo e decimo, salendo sul podio tre volte (sempre al terzo posto: Brundle a San Marino, Blundell in Sudafrica e in Germania).
Un podio, come si è visto, non raggiunto dalla Ligier-Renault nella classifica finale. Ma nessun’altra scuderia ha avuto l’onore di portare in pista un’opera appositamente realizzata da uno tra i più grandi artisti dell’era contemporanea: Ugo Eugenio Prat, in arte Hugo Pratt.
Tommaso de Brabant