Roma, 9 lug – Via libera alla riforma della scuola. Con 277 sì, 173 no e 4 astenuti, la Camera ha approvato il disegno di legge sulla “Buona scuola”, così come ribattezzato dal premier Matteo Renzi.
“Questo non è un atto finale, ma l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola. La scuola riparte a settembre con maggiore regolarità rispetto ad anni dominati dalla supplentite. Riparte con l’opportunità straordinaria di avere la persona al centro. Assumere 100mila persone è un’operazione straordinaria. E la sentenza Ue non ci ha dato alcuna indicazione in questo senso”, ha commentato subito dopo il voto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Durissima la Lega Nord, protagonista di vibranti proteste in aula che hanno anche portato all’espulsione dall’aula del deputato Fedriga. I deputato del partito di Salvini hanno esposto dei cartelli con la scritta “Giù le mani dai bambini”, contestando fortemente l’introduzione della teoria gender fra i programmi scolastici: “E’ inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender. La Lega denuncerà ogni singolo episodio che accadrà negli istituti scolastici sensibilizzando genitori e opinione pubblica”, ha annunciato il deputato Stefano Borghesi.
A favore del provvedimento voto compatto della maggioranza, dal Pd ad Area Popolare Ncd-Udc, fino -a sorpresa- ai verdiniani di Forza Italia. C’è un però: nel Pd la minoranza interna continua a ingrossare le proprie fila. A questa votazione sono infatti ben 43 i deputati democratici che si sono schierati contro il governo: 39 non hanno partecipato al voto, altri 4 invece hanno espresso voto contrario. Fra i primi nomi del calibro come Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo, mentre fra i “no” è da segnalare la presenza di Alfredo D’Attorre.
Filippo Burla
115