Roma, 5 ottobre – Nel match infrasettimanale di ieri sera tra il Celtic e la Lazio, i tifosi della squadra di Glasow hanno dato prova per l’ennesima volta del loro imbarazzante antifascismo: dagli spalti infatti è stata srotolata una coreografia che inneggia di nuovo a Piazzale Loreto e alle famigerate Brigate Rosse.
La coreografia che non fa scalpore
Vi immaginate se in una partita di Champions League, qualche tifoso avesse inneggiato alla “Brigate nere”? Vi ricordate tutte le polemiche sulla coreografia romanista nella finale di Budapest? “Figli della lupa” era stato additato come un’apologia di fascismo da punire severamente solo perchè avrebbe richiamato la nota istituzione infantile del governo Mussolini. Se invece una tifoseria esplica la sua filiazione con l’antifascismo militante ed inneggia ad un gruppo terroristico che ha segnato una stagione politica di sangue nessuno si lamenta. Tutto tace e nessuno piange per il “respect”. 84 vittime accertate dal 1973 al 2003: chissà se i parenti o le famiglie sono contente nel vedere quella stella spuntare in un incontro di calcio. Forse dovremmo chiederlo a Paolo Berizzi che sul binomio ultras-neofascismo ha costruito un’intera carriera giornalistica. I giornali infatti – in questo caso – si limitano a definirla “provocazione” (Fanpage) o “sbeffeggio iconico”. Insomma, lungi dal fare la morale sui gruppi ultras – spicca come sempre tutta l’ipocrisia di istituzioni come la Uefa e la supina e genuflessa accettazione dell’Italia ad ogni insulto che non riguarda solo i tifosi Laziali.
La Redazione