Roma, 29 sett – Gli Usa sostengono Kiev dall’inizio della guerra, ma nel partito repubblicano ora c’è maretta, o meglio una spaccatura tra chi vorrebbe proseguire e chi inizia a fiutare le spese perenni di un conflitto stancante anche per chi lo guarda dall’esterno.
Usa e sostegno a Kiev: la spaccatura nei repubblicani
Dagli ambienti statunitensi varie volte sono venuti fuori segnali contrastanti, nonostante il sostegno all’Ucraina nella guerra con Mosca sia sempre stato fortissimo. Ora, però, nel partito repubblicano c’è chi dice che sarebbe ora di piantarla. Rispolverando la metafora già utilizzata nei mesi scorsi, quella dell’ “assegno in bianco” a Volodymyr Zelensky e soci. Tra questi il governatore della Florida Ron DeSantis: “È nel nostro interesse finire questa guerra, basta assegni in bianco a Kiev. Per l’ex vice presidente Mike Pence, invece, una vittoria della Russia corrisponderebbe a una vittoria della Cina. Tim Scott insiste per continuare a finanziare Kiev: “Il 90% delle risorse che inviamo in Ucraina sono garantite come prestito. Il nostro interesse vitale nazionale è indebolire l’esercito russo”. L’imprenditore Vivek Ramaswamy, invece, afferma che serve un “piano di pace ragionevole. Gli aiuti Usa a Kiev hanno i mesi contati? Resta impossibile, almeno fino alle elezioni del prossimo anno.
L’impeachment a Biden
Su una cosa i membri dell’elefantino sono tutti d’accordo: nell’attaccare Joe Biden. L’impeachment contro il presidente ha avuto come scenario la prima udienza. I repubblicani lo accusano di aver favorito gli affari del figlio Hunter e di averne guadagnato benefici personali. Biden, per i repubblicani, “ha abusato della sua carica pubblica per il guadagno finanziario della sua famiglia”. Quese le parole di James Comer, presidente della commissione di sorveglianza, ovvero una delle tre (insieme a giustizia e fisco) che hanno annunciato i risultati di mesi di indagini. Inoltre, “Biden ha mentito al popolo americano riguardo la sua conoscenza e partecipazione ai piani imprenditoriali corrotti della sua famiglia”. Dal fronte dei dem invece, si liquidano le accuse come ribadendo come non ci sia alcuna prova sull’inquilino della Casa Bianca.
Alberto Celletti