Home » Napolitano e l’attacco alla Libia: il misfatto del 2011

Napolitano e l’attacco alla Libia: il misfatto del 2011

by Sergio Filacchioni
0 commento
Napolitano

Roma, 23 settembre – Tra le varie e riconosciute “macchie” che pesano sulla carriera dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, scomparso ieri sera all’età di 98 anni, c’è sicuramente il misfatto Libico del 2011: ovvero l’azione militare diretta contro l’allora rais Muhammar Gheddafi.

Le pressioni di Napolitano sul governo

Fu Giorgio Napolitano nel 2011 a chiedere l’intervento militare in Libia per destituire Muhammar Gheddafi. Lo aveva già raccontato Silvio Berlusconi, in un’intervista a SkyTg24 in cui l’ex premier aveva dato la sua versione dei fatti: “È stato il Capo dello Stato come capo delle forze armate a chiedere alle commissioni di dare l’autorizzazione alle nostre basi per gli alleati che attaccavano la Libia”, aveva sottolineato il leader di Forza Italia che allora era presidente del Consiglio, “Io mi sono battuto per evitare che Gheddafi fosse abbattuto”. Nell’agosto del 2017 “Re Giorgio” aveva provato a discolparsi, prima puntando il dito contro l’Onu e poi incolpando proprio il governo Berlusconi – pur ammettendo la “riluttanza” da parte dell’ex premier: “Non poteva che decidere il governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l’adesione anche dell’allora opposizione di centrosinistra”, aveva detto l’ex Presidente della Repubblica in un’intervista a Repubblica, “La legittimazione di quella scelta da parte italiana fu dunque massima al livello internazionale e nazionale”. Nel tempo molti altri retroscena sono emersi su quel fatidico 2011: a partire da quella famosa riunione del del 17 marzo 2011 – due giorni prima della partecipazione italiana alla missione Onu in sostegno dell’intervento militare di Francia e Gran Bretagna – dove in una stanza riservata del Teatro dell’Opera di Roma dove era in programma il Nabucco diretto da Riccardo Muti, si riunirono Silvio BerlusconiGiorgio Napolitano, Gianni Letta, Renato Schifani, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e Franco Frattini in collegamento. A raccontare come andò è stato Guido Crosetto, allora sottosegretario alla Difesa: “Mi buttarono fuori dalla stanza quando dissi che la guerra in Libia era una pazzia totale e che ne avremmo pagato le conseguenze. In quel momento chi ricopriva la più alta carica istituzionale in quella stanza mi fece accompagnare fuori, ma non dico il nome”.

Un misfatto corale

Quel nome, come confermato poi dal Fatto Quotidiano, è Giorgio Napolitano. L’uomo che – come emerso dai racconti di Berlusconi – voleva più di tutti l’intervento dell’Italia in Libia. “Ho detto, come iperbole, che ci mancava solo che facesse chiamare i carabinieri – continua l’ex sottosegretario – Era il marzo 2011 ed era una riunione d’emergenza convocata al teatro dell’ Opera di Roma mentre l’Onu votava la risoluzione sulla Libia. Io ero sottosegretario alla Difesa e ho detto vivacemente che ero contrario all’ intervento e poi ho ricordato anche le perplessità dello Stato maggiore: gli unici contrari alla partecipazione italiana all’ intervento eravamo io e Silvio Berlusconi. A quel punto Giorgio Napolitano mi ha detto di andarmene perché non avevo titolo a stare lì. Insomma, mi ha buttato fuori”. Perplessità che emersero anche dallo Stato Maggiore Italiano. Perplessità che Crosetto ricostruisce come relative “al dopoguerra”. Anche i vertici delle forze armate nostrane avevano già immaginato “il Paese spaccato e in mano alle tribù, la destabilizzazione dell’ area anche dal punto di vista dei fenomeni migratori”. E così è stato. Ed oggi – oltre dieci anni dopo – paghiamo ancora la linea decisa quella sera da una figura istituzionale che in queste ore, chi più chi meno, stanno calorosamente incensando.

Sergio Filacchioni

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati