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Bersani insulta Vannacci, ma dimostra di non capire il paese reale

by Michele Iozzino
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Bersani

Roma, 5 set – Se c’è una costante nella sinistra italiana è che ci sia sempre qualcuno o qualcosa da cui debba ripartire, tanto che la frase “la sinistra riparta da …” è diventata un meme. Questa volta il personaggio eletto a nuovo paladino è in realtà un ritorno al passato: Pierluigi Bersani. L’ex segretario del Partito democratico è, infatti, tornato agli onori della cronaca dopo un suo colorito intervento alla festa dell’Unità di Ravenna, chiedendosi, in riferimento a Roberto Vannacci e al suo Il mondo al contrario: “Se è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?”.

Il paese reale e il bar Italia

La sinistra sembra aver trovato il suo antidoto al generale Vannacci. Poco importa se sia un residuato polveroso come Bersani. Giusto per capire il polso della situazione potremmo citare l’immancabile Berizzi, che suoi social esulta così: “Bersani non l’ha toccata né piano né forte. L’ha toccata come bisognava toccarla. Dall’inizio”. Ma cos’ha detto l’ex segretario del Pd? Nel suo discorso Bersani ha parlato del caso librario dell’estate, ovvero Il mondo al contrario, descrivendolo nei termini di un libro per la pancia del Paese, anzi di una specie di sfogo da bar: “Quando leggi i passaggi del libro di Vannacci, pensi: vabbè, sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Il bar dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, della fattucchiera a una femminista, del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo ‘sì, ho capito la Shoah, ma adesso non esagerare’. Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia”. In questo suo elenco di luoghi comuni, Bersani però non si rende conto di tutta la sua distanza dal cosiddetto paese reale, da tutte quelle istanze – spesso anche pre-politiche – che non si rispecchiano nelle giravolte e nelle chimere ideologiche della sinistra. Ed anzi, qui lo smacchiatore di leopardi non fa solo cilecca, ma commette un clamoroso autogol, ammettendo con quel suo “Quel bar lì non sarebbe mai vuoto in Italia” che in fondo la maggioranza degli italiani pensa queste cose.

Bersani contro Vannacci: “È un arretramento della civiltà”

Poi passa all’attacco diretto: “Però mi resta una domanda: se in questo bar è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale? Generale, non venire a contrabbandare per critica al politicamente corretto quello che è un arretramento della civiltà e delle conquiste per cui la gente si è fatta un mazzo, più di te nell’esercito. Perché se c’è da fare il politicamente scorretto sono capace anche io”. Qui troviamo due grosse incomprensioni, per non dire mistificazioni, da parte di Bersani. La prima quella sul politicamente scorretto, che intende quasi come un modo di parlare più duro e offensivo, come appunto dare del “coglione” al generale Vannacci. La seconda riguarda la libertà di espressione, con la solita mania della sinistra a squalificare arbitrariamente le idea altrui come illegittime e quindi fuori dal perimetro di un dialogo fra pari. Tutto questo senza nemmeno davvero capito o aver letto l’oggetto in questione, come ammette candidamente: “Io ho letto solo i sommari di questo libro”.

Michele Iozzino

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