Continuano le tensioni in Svezia, dove sempre più spesso si assiste a manifestazioni nelle quali vengono dati alle fiamme copie del Corano, il libro sacro dell’Islam, con conseguenti proteste da parte della popolazione musulmana, le quali molto spesso sfociano in forti violenze. Questa volta è toccato alla città di Malmö, nel sud del Paese, area metropolitana che conta una percentuale molto alta di popolazione di religione musulmana. La manifestazione provocatoria non è stata ben accettata dai molti immigrati presenti nella terza città più popolosa di Svezia: circa un centinaio di persone si sono riunite in piazza nel quartiere di Värnhem per protestare contro il rogo, scatenando una violenta sommossa.
In Svezia ancora violenze della popolazione musulmana
La tensione è andata ad aumentare con il calar della sera, con molte persone che avrebbero cercato di superare le barriere della popolazione per raggiungere i manifestanti. Nella notte di lunedì sono stati segnalati anche diversi disordini nel quartiere-ghetto di Rosengård. La polizia è stata allertata per un incendio in un deposito di rifiuti e per l’incendio di diverse auto. Una volta sul posto, diverse persone hanno iniziato a lanciare pietre contro le auto della polizia e scaturito furiose proteste. La situazione è tornata alla calma solamente a notte inoltrata in seguito a molti episodi di violenza.
Le conseguenze di immigrazionismo e accoglienza
Dopo anni di porte aperte e tanto buonismo pro-accoglienza, la Svezia (dove l’85% degli arresti è di persone di origine straniera) si trova oggi a dover fare i conti con intere zone “off limits” controllate da bande criminali arabe e africane. Una vera e propria società parallela, con alcuni quartieri periferici delle zone metropolitane soggetti addirittura alla sharia, la legge islamica. In seguito alle politiche scellerate della sinistra immigrazionista, oggi l’8% della popolazione è di religione musulmana, e nel 2050 le stime prevedono una crescita al 30%. Le violente proteste di questi giorni sono solamente una delle conseguenze della società multietnica creata nel Paese scandinavo, ora principale obbiettivo del terrorismo islamico.
Andrea Grieco