Roma, 7 lug – Chissà se Carlo Ancelotti avrà incassato le critiche con il solito sopracciglio alzato, fatto sta che a scendere in campo contro la sua nomina a guida della Seleçao è stato nientemeno che il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva.
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L’ufficialità è arrivata solamente qualche giorno fa, con la conferma che Ancelotti sarà l’allenatore della nazionale brasiliana a partire dal 2024. Per capire l’eccezionalità della cosa basti pensare che sarà appena il quarto Ct non brasiliano a guidare i verdeoro e che l’ultimo a farlo fu l’argentino Filipo Nunez nell’ormai lontano 1965 (peraltro per una solo partita). D’altronde Re Carlo ci ha abituato nel tempo a imprese fuori dalla norma. L’attuale mister del Real Madrid abbandonerà la Casa Blanca a termine della prossima stagione (il contratto con i Blancos scade a giugno 2024), abbracciando la Seleçao fino al 2026. In vista, quindi, della Copa America che si disputerà nell’estate del 2024 negli Stati Uniti. Fino ad allora alla guida dei verdeoro ci sarà ad interim Fernando Diniz, che nel frattempo siede anche sulla panchina del Fluminense.
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Una scelta che, però, non è stata approvata da tutti. Anzi, già aveva fatto discutere quando si erano rincorse le prime voce lo scorso anno. Quella volta era stato Rivaldo a intervenire a gamba tesa: “No ad allenatori stranieri, la Seleçao è nostra e deve essere guidata da chi ha sangue brasiliano nelle vene”. L’ex calciatore carioca, che in carriera è stato allenato proprio da Ancelotti nei suoi anni al Milan, ne aveva fatto quindi una questione identitaria. Ora è il turno della politica, con addirittura il presidente Lula che ha detto la sua nei confronti dell’italiano: “Ancelotti mi piace, ma non è mai stato l’allenatore dell’Italia: perché non risolve il problema della sua Nazionale, che non ha partecipato agli ultimi due Mondiali?”. Doppia stoccata al veleno ad Ancelotti e all’Italia. Lula non ne fa solamente un problema di appartenenze nazionali, ma sfrutta l’occasione per spingere Diniz e segnare differenze tra calcio europeo, economicamente più ricco, e calcio sudamericano: “Sono un tifoso di Diniz ha personalità, creatività ed è lui che comanda negli spogliatoi. È molto facile guidare una squadra in Europa con undici giocatori selezionati. La cosa difficile è venire qui e guidare il Corinthians. Vorrei vedere se Ancelotti farebbe bene col Corinthians”. Posto che anche noi ci auspicheremmo che prima o poi Ancelotti siede sulla panchina degli Azzuri, quella di Lula appare più che altro come una piccineria guidata dall’invidia.
Michele Iozzino