Roma, 1 lug – In Francia altra notte di terrore nelle banlieue, in un turbine di eventi praticamente costanti che si aggiornano con la stessa frequenza di una guerra civile. Solo ieri continuavamo ad assistere a nuovi arresti, saccheggi e disordini. Oggi le lotte tra periferie e Stato proseguono, con il dramma di registrare anche una vittima, come riportato da Tgcom24.
Francia, nelle banlieue in rivolta anche un ragazzo perde la vita
Se dici Francia dici banlieue e – in conseguenza – scontri e guerriglia. Aveva appena 20 anni il ragazzo che ha perso la vita cadendo da un tetto di un supermercato nel corso della terza notte di violenze e scontri. Una bolgia la cui miccia sarebbe stata la morte di un ragazzo di 17 anni, scoppiati dopo l’uccisione del 17enne Nahel a Nanterre da parte di un agente di polizia. Comunque, il giovane deceduto si trovava Petit-Quevilly, a quanto pare “durante un saccheggio”. Secondo la Procura di Rouen, il negozio non era stato “attaccato dai rivoltosi durante gli eventi”. Lo stato di emergenza non può più essere escluso: a dirlo è lo stesso premier Elisabeth Borne. Del resto la situazione sembra intensificarsi, e siamo appena alla terza notte. A Lione è scoppiata un’altra manifestazione non autorizzata culminata negli ennesimi scontri, a Marsiglia, in pieno centro, si sono registrati danni e saccheggi in un’armeria (una situazione talmente incendiaria per cui le forze dell’ordine locali hanno dovuto chiedere rinforzi).
Come nel 2005
Mentre l’Onu interviene sulla questione lamentando del razzismo e della discriminazione sociale che esisterebbe nelle forze dell’ordine francesi (la scuola di pensiero sembra di ispirazione yankee, se muore una persona di origine straniera è matematicamente razzismo), il presidente Emmanuel Macron chiede ai genitori dei manifestanti, rientrando da Bruxelles, di tenerli in casa: “È loro responsabilità”. Definendo la sommossa una “naccettabile strumentalizzazione della morte di un adolescente”. Intanto, considerando che il coprifuoco è stato decretato in varie città del Paese, i disordini francesi del 2023 ricordano molto quelli del 2005, quando misure simili vennero prese dall’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy e la guerriglia civile durò per settimane. Una “bella media”, per una società multiculturale, non c’è che dire.
Alberto Celletti
4 comments
Ecco un altro BEL modo di forzare un coprifuoco.
La strumentalizzazione dell’emergenza al servizio dei !sinistri” patronati di sinistra
I nostri fratelli sanno bene chi devono ringraziare… i passaporti ad integrazione di De Gaulle e il conseguente permissivismo di comodo attuato dai successivi “President” muffosi sino all’ inverosimile. Solo una Europa davvero diversa potrebbe salvarli.
Chi di “rivoluzione” ferisce di “rivoluzione” perisce ?
Dopo il Covid, altra ripetizione del “state a casa”?! Tombe per morti viventi.
Ci stanno prendendo gusto!
Continuate ad andare avanti ragazzi fino alla caduta di Merdon, non mollate, notte dopo notte deve essere un inferno senza tregua.