Home » Prigozhin e la Wagner occupano Rostov e sfidano il Cremlino. Putin: «Puniremo i traditori»

Prigozhin e la Wagner occupano Rostov e sfidano il Cremlino. Putin: «Puniremo i traditori»

by Gabriele Costa
2 comments
Prigozhin Putin

Mosca, 24 giu – Sono ore molto concitate quelle che si stanno vivendo in Russia, su cui si allunga l’ombra di un vero e proprio colpo di Stato. Certo, è ancora prematuro parlare di golpe e rovesciamento del potere. Anche perché, nella cultura politico-militare russa, quasi mai le cose sono quel che sembrano. Eppure, la situazione è senz’altro grave. Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo paramilitare Wagner, ha annunciato in un video di aver occupato con 25mila uomini diversi siti militari di Rostov, ossia la città russa al confine con l’Ucraina che agisce da quartier generale dell’esercito di Mosca. «Questo non è un colpo di Stato militare, ma una marcia della giustizia», ha fatto sapere il capo della Wagner. «Tutti noi siamo pronti a morire», ha dichiarato sempre Prigozhin in un messaggio audio diffuso dal suo canale Telegram. «Stiamo morendo per il popolo russo. Andremo fino in fondo».

La faida tra Prigozhin e i vertici dell’esercito

Superando il confine ed entrando in territorio russo, Prigozhin e la Wagner hanno varcato una sorta di Rubicone. Al di là dei retroscena e di ogni tatticismo, questo gesto avrà conseguenze gravi e imprevedibili. Del resto, erano mesi che il «cuoco di Putin» era ai ferri corti con i vertici dell’esercito russo: tutti ricorderanno il video in cui, all’inizio di maggio, Prigozhin accusava di incapacità e sabotaggio il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov. Accuse molto pesanti che non facevano presagire nulla di buono.

Nel frattempo, la reazione di Mosca non si è fatta attendere. La capitale russa è stata blindata e il servizio di controspionaggio Fsb ha accusato Prigozhin di voler iniziare «un conflitto civile armato sul territorio della Federazione russa», specificando che le parole del capo della Wagner «sono una pugnalata alle spalle dei militari russi che combattono le forze ucraine filofasciste». E ancora: «Tutte le informazioni diffuse sui social network per conto di Prigozhin sugli attacchi missilistici e con bombe presumibilmente inflitti dal ministero della Difesa russo alle unità di retroguardia della Wagner sono false, sono una provocazione». Da parte sua, il procuratore generale Igor Krasnov ha aperto un procedimento penale ai danni di Prigozhin, accusandolo del tentativo di organizzare una ribellione armata.

La reazione di Putin

Anche Vladimir Putin ha preso posizione con un discorso alla nazione trasmesso dalla tv di Stato. «Quello che stiamo affrontando è un tradimento», ha affermato il presidente russo. Che poi ha spiegato: «Gli interessi personali hanno portato al tradimento del nostro Paese e della causa che le nostre forze armate stanno combattendo». E ancora: «Difenderemo il nostro popolo e il nostro Stato da ogni tradimento interno, da interessi personali e ambizioni smisurate». Poi l’appello alla nazione: «Mi rivolgo ai cittadini russi, agli eroi che combattono al fronte, mi rivolgo anche a coloro che con inganno e minacce sono stati coinvolti in questa avventura criminale. Vi chiedo di smettere queste azioni criminali».

Putin ha fatto anche un parallelo storico con la rivoluzione bolscevica, specificando che la Russia di oggi non commetterà lo stesso errore: «Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata. La guerra civile: i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere», ha dichiarato il presidente russo.

Nonostante la condanna senz’appello della sollevazione, Putin non ha però mai nominato il nome di Prigozhin. «Il nome e la gloria degli eroi della Wagner che hanno combattuto nell’operazione militare speciale in Ucraina e hanno dato la vita per l’unità del mondo russo sono stati traditi da coloro che hanno organizzato la ribellione». E ancora: «Gli eroi che hanno liberato Soledar e Artemovsk, città e paesi del Donbass, hanno combattuto e dato la vita per la Novorossia, per l’unità del mondo russo, ecco il loro nome e la loro gloria sono stati traditi anche da coloro che stanno cercando di organizzare una ribellione, spingendo il Paese verso l’anarchia e il fratricidio, la sconfitta e, infine, la capitolazione». La situazione, molto grave, è in costante divenire.

Gabriele Costa

You may also like

2 comments

Germano 24 Giugno 2023 - 10:48

“…nella cultura politico-militare russa, quasi mai le cose sono quel che sembrano…”…ci saranno delle sorprese…

Reply
fc 24 Giugno 2023 - 12:26

Stupefacenti pro megalomanie e denari… un binomio indiscutibilmente pericoloso.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati