Roma 23 giu – Altro passo in avanti di Eni nel settore della ricerca e dello sviluppo, che, con la sua controllata norvegese Var Energi, ha acquisito Neptune Energy Group Limited, società britannica leader nell’esplorazione e produzione di idrocarburi. L’azienda assorbirà l’intero portafoglio di Neptune, escluse delle attività in Germania e Norvegia, il quale contiene principalmente asset in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia eAustralia, continuando così a crescere nei mercati funzionali alla diversificazione degli approvvigionamenti.
L’operazione di Eni
In merito a questa operazione il Ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha affermato che sarà possibile contribuire ad aggiungere circa 4 miliardi di metri cubi di gas destinati ai consumatori europei: “Attraverso questa operazione Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un’eccezionale complementarità a livello strategico e operativo. Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030”. Descalzi ha inoltre aggiunto: “Un ulteriore aspetto cruciale dell’operazione è il basso costo delle nuove forniture e l’incremento di flusso di cassa che porta a Eni. La natura e le sfide della transizione energetica richiedono una risposta focalizzata, e questa operazione evidenzia in particolare due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni: la flessibilità e l’opzionalità che la nostra elevata liquidità e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati».
Il colosso britannico Neptune Energy
L’acquisizione di Neptune Energy rappresenta per Eni un’ulteriore crescita: il colosso del gas ha una produzione di circa 130.000 barili di petrolio al giorno e nel primo trimestre del 2023 ha prodotto circa 142.000 barili di olio al giorno, tre quarti dei quali sono gas, registrando ricavi per 1,42 miliardi di dollari, profitti prima delle tasse per 1,05 miliardi, con un debito netto di 1,54 miliardi.
Andrea Grieco