Roma, 18 giu – Come riporta l’Ansa, la cosiddetta “Riforma Nordio” sulla Giustizia sta facendo inalberare i magistrati, non solo dell’Anm ma anche di altre associazioni.
La Riforma Nordio e le reazioni scomposte dei magistrati
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva esposto i contenuti della sua riforma dopo lo scorso Consiglio dei ministri: e già erano partite le polemiche. Ovviamente dal fronte Associazione nazionale magistrati, come di tutto l’universo culturale che predica la sostanziale intangibilità dei giudici, pur ciarlando di giustizia e di equità. Il guardasigilli non ci sta e dal palco di un festival a Taormina attacca proprio il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia: “Se il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime, secondo me in corretto italiano significano interferenze“. Poi aggiunge che “l’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm”.
Dall’altro lato, la prevedibile replica: “I magistrati e l’Anm, che ne ha da oltre un secolo la rappresentanza, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di prendere parola, per arricchire il dibattito sui temi della giustizia. Perché in tal modo ampliano il confronto e contribuiscono, con il loro punto di vista argomentato e ragionato, a migliorare ove possibile la qualità delle riforme. Questa è l’essenza della vita democratica”.
Dal canto suo, il vicepremier Antonio Tajani commenta così: “Forza Italia vuole che si raggiunga un accordo complessivo per la riforma. La decisione adottata dal Consiglio dei Ministri l’altro giorno va nella giusta direzione, ma è una tessera del grande mosaico. Ora bisognerà andare avanti con la separazione delle carriere, cioè portare a compimento quello che era il disegno di Silvio Berlusconi”.
“Scelta politica criminale”
Per Nordio l’abuso d’ufficio “era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione”. Poi conclude: “Sapete quanto costa un processo penale? Sapete quanto è costato il processo fatto a suo tempo contro Andreotti che è finito nel nulla? È costato un miliardo di lire alla parte soltanto per fare le fotocopie”. Intanto il il coordinamento di Area Dg (Area democratica per la giustizia) attacca parlando di “diritto diseguale”, e di “una precisa scelta di politica criminale che va criticata e contestata con tutti gli strumenti culturali e comunicativi a disposizione della comunità dei giuristi che chiamiamo alla mobilitazione”.
Alberto Celletti
1 commento
Ma le Leggi chi le deve stabilire, i magistrati ? Visti i risultati sul campo l’ attuale magistratura o chi la rappresenta è bene vada a nascondersi.
Tra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario esiste una gerarchia, sì o no ? Altrimenti facciamo presto, si torni alla monarchia, allo stato papalino, o meglio allo stato ducesco, meglio ancora imperiale.