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Usa, caos al confine con il Messico: l’emergenza immigrazione manda in crisi il Paese

by La Redazione
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Roma, 12 mag – Da mezzanotte di giovedì 11 maggio gli Stati Uniti d’America sono ripiombati nel caos e nella paura per la possibile emergenza dettata dalla massiccia immigrazione al confine con il Messico. Infatti, in queste ore è decaduto il titolo 42, famosa misura introdotta nel marzo 2020, all’inizio dell’emergenza Covid-19, dall’allora presidente repubblicano Donald Trump, il quale aveva disposto la completa chiusura del confine meridionale, misura alla quale era seguita l’immediata espulsione di migliaia di richiedenti asilo. Al momento si prevede che un’ondata di oltre 150mila immigrati premerà sul confine di El Paso, in Texas, mentre già diverse migliaia di persone affollano la zona.

Usa duri su immigrazione: “Il confine non è aperto”

La Casa Bianca ribadisce però la propria posizione attraverso Alejandro Mayorkas, segretario per la Sicurezza interna, il quale ha affermato: “Il confine non è aperto. Le persone che non utilizzano i percorsi legali disponibili per entrare negli Stati Uniti ora devono affrontare conseguenze più gravi, tra cui un divieto di rientro minimo di cinque anni e un potenziale procedimento penale”. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha annunciato oggi di avere impartito istruzioni alla Guardia nazionale affinché sia rafforzato il presidio della frontiera con gli Stati Uniti. López Obrador ha aggiunto che il provvedimento non è stato preso per pressioni del Paese vicino, ma che si tratta di una decisione del governo del Messico, in modo che a partire da domani “non ci sia caos, e ancor meno violenza, alla frontiera comune con gli Usa”.

La contraddizione delle città dem “santuari” dell’accoglienza

Le conseguenze di questa ondata di immigrati rischiano di destabilizzare i democratici Stati Uniti guidati dal presidente Joe Biden, mostrando chiaramente le contraddizioni interne del paese, baluardo della democrazia internazionale, dell’accoglienza e dei diritti. I governatori degli stati del sud, le zone più a rischio per un possibile arrivo di centinaia di migliaia di stranieri, prendono di mira le città democratiche santuari dell’accoglienza, inviando autobus pieni di immigrati. A New York arrivano ormai fino a mille immigrati al giorno, e lo stesso sindaco Adams ha avvisato che ospitare i migranti sta costando alla città miliardi di dollari e che la città sarà “distrutta” dalla crisi. In tutto questo l’amministrazione Biden ne esce profondamente segnata, perdendo ancora maggior consenso.

Andrea Grieco

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brutta ciao 13 Maggio 2023 - 12:19

Gli errori si pagano anche se si è targati Usa.

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