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Ci risiamo: la sinistra (e non solo) chiede una Fiuggi eterna che non ci sarà mai

by Stelio Fergola
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Fiuggi eterna meloni

Roma, 25 apr – Una Fiuggi eterna, quella che vuole la sinistra. Come se non fosse abbastanza il ripiegamento completo dell’attuale esecutivo su praticamente tutti i temi di attualità, dall’immigrazione fino al “pelo lisciato” alle lobby Lgbt. Non è abbastanza e non lo sarà mai: dai quartieri fucsia del Nazareno, anche quest’anno, c’è l’ennesima pressione affinché la destra post-fascista dichiari solennemente di essere antifascista.

La Fiuggi eterna, dalla sinistra a Fini

La Fiuggi eterna consiste in qualcosa di molto semplice: chiedere al centrodestra e nella fattispecie al suo leader Giorgia Meloni di “professare” antifascismo senza voltarsi indietro. Un atto che a destra, nonostante i numerosi ripiegamenti ai diktat del pensiero dominante, non hanno mai eseguito appieno. Da Silvio Berlusconi che da capo del governo disertava praticamente sempre il 25 aprile, alle supercazzole di Matto Salvini da ministro dell’Interno, fino a giungere all’attuale premier, “avvisato” già da Elly Schlein una decina di giorni fa. In quella occasione, il segretario del Pd aveva inaugurato il circo dei sedicenti combattenti per la libertà chiedendo al leader del centrodestra di non azzardarsi ad operare qualsiasi forma di “negazionismo sulla resistenza”. Non poteva mancare quel marpione di Gianfranco Fini, alla disperata ricerca di notorietà dopo essere sparito dalla scena politica, il quale nel giro di un mese ha criticato sé stesso sulle leggi anti-immigrazione da lui stesso progettate oltre vent’anni fa, ha puntato dritto allo ius scholae e ieri si è prodigato nell’ultima perla, chiedendo a “Meloni e alla destra di fare i conti col fascismo”. Ovvero, guarda un po’, dichiararsi antifascisti. Con tutto il male che invade la società italiana su tanti temi, questa ossessione fa ridere parecchio. La Fiuggi eterna non ci sarà mai. Non perché – attenzione – la destra non possa toccare nuovi apici di abiura, ma perché qualsiasi richiesta esaudita non fermerà mai quelle successive.

Da questo governo ci si può aspettare di tutto ma (forse) non questo

A dispetto dei sondaggi, alla maggior parte degli italiani dell’antifascismo non frega un fico secco. Le dichiarazioni “di veste” non sono mai corrispondenti ai consensi elettorali realmente espressi, ma soltanto a un modo per aderire a una convenzione di fatto imposta da media, giornali e retoriche da strapazzo. Diversamente dovremmo dedurre che Pd e soci possano ottenere minimo un 60 se non addirittura un 70% dei voti ad ogni tornata elettorale, quando evidentemente non è così. Se le dichiarazioni “antifasciste” prosperano, la sostanza ad esse collegate è decisamente più latitante e anzi nettamente minoritaria. Agli italiani interessano le questioni attuali, soprattutto economiche, e di certo non decidono a chi dare supporto sulla base di un delirio il cui tentativo di diventare parte indiscutibile della storia italiana è – almeno finora – sempre fallito miseramente. Ecco perché è difficile che il governo dia spago fino in fondo. Le dichiarazioni critiche “di cartello” sul fascismo e sulla solita dittatura non mancheranno. Ma andare oltre è – forse, lo ripetiamo – decisamente improbabile. Potrebbe significare perdere consensi nell’unica voce in cui il centrodestra si differenzia oggi dalla sinistra: affrontare comunque la realtà, sebbene i risultati siano ad oggi scadenti. Vedremo cosa succederà. Per ora le dichiarazioni del premier sono quelle “di cartello” di cui sopra, afferenti ad assecondare la sinistra sulla “concordia”. Altro presunto obiettivo che non sarà raggiunto mai in una giornata del genere: ma di realtà, si sa, in questa data non se ne respira mai molta.

Stelio Fergola

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1 commento

brutta ciao 25 Aprile 2023 - 1:06

Dovremmo essere noi “estremisti” (def. del c., relegante di comodo) di tutte le latitudini a decretare la fine di questa strumentale pagliacciata sui morti nostri e pure loro! A Rebibbia e non solo avevano capito, grazie anche a parte del sistema non putrescente… Il complesso di colpa non deve essere unilaterale, manipolato e invalidante per i soggetti restati in buonafede. Altrimenti il ciclo indegno si ripete, sul suolo comune.

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