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Sbarchi, non si ferma l’onda di clandestini dalla Tunisia: 4mila in tutto il fine settimana

by La Redazione
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Roma, 27 mar – Non si ferma il fiume di clandestini dalla Tunisia. Tre giorni consecutivi senza alcuna sosta né rallentamento Un quantità impressionante di barchini contenenti migliaia di persone che hanno fatto letteralmente schizzare la Guardia Costiera italiana, ora addirittura ostacolata dalle santissime Ong, o meglio da una di loro, la Louise Michel, goffa protagonista di una scena pure abbastanza ridicola in un contesto drammatico.

Migliaia di clandestini dalla Tunisia

Stano alle previsioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il numero totale stimato potrebbe essere di 900mila. Ora, nelle giornate convulse di questo fine settimana, siamo appena a 4mila. Come a dire, prima di vederne la fine ne passerà di acqua sotto i ponti, e chissà se mai basterà. Le ultime 48 ore hanno registrato numeri sempre più preoccupanti, con 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni, facendo esplodere per l’ennesima volta Lampedusa. Ma anche dal fronte adriatico e ionico le cose non è che siano rosee, dal momento che a Roccella Jonica e a Bari pure proseguono altri sbarchi, il secondo della Geo Barents che ne fa sbarcare 190.

Ora le Ong “intralciano” pure i soccorsi

La curiosa, comica e imbarazzante storia riguarda la Louise Michel, Ong finanziata dal noto cosiddetto “street artist” Bansky, che non solo avrebbe violato il codice di condotta (quello non sarebbe neanche una novità), ma secondo le note della Guardia Costiera ha pure intralciato i soccorsi con “continue chiamate”: “L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre 3 unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di IMRCC Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”. La replica della Ong, ovviamente, è il solito “pianto greco”: “Ci impediscono di lasciare il porto e prestare soccorsi in mare”, strillano sui social.

Alberto Celletti

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