Roma, 20 giu – Famiglie e movimenti in strada contro l’ideologia di genere. Oggi, a Roma, in piazza San Giovanni, a partire dalle 15:30, manifesteranno gli oppositori alla deriva gender, riuniti sotto la sigla “Difendiamo i nostri figli!”.
La manifestazione si propone di “riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la ‘colonizzazione ideologica‘ della teoria gender nelle scuole”. Il comitato si definisce “apartitico e aconfessionale” e si propone di dar voce a quel popolo “preoccupato e sconcertato per i figli e i nipoti, sempre più spesso fatti oggetto di una autentica invasione nascosta della ideologia Gender attraverso molteplici progetti di educazione alla affettività e alla sessualità che, con il pretesto del legittimo contrasto al bullismo e alla discriminazione, veicolano – spesso tenendo all’oscuro madri e padri – teorie frutto di uno sbaglio della mente umana. Non possiamo permettere a lobby che diffondono teorie anti-scientifiche di indottrinare i nostri figli e nipoti, disorientandoli nella loro maturazione psico-affettiva fin dalla scuola dell’infanzia”.
Tra i promotori troviamo il neurochirurgo Massimo Gandolfini, vicepresidente dell’Associazione “Scienza & Vita”, mentre aderiscono la giornalista e scrittrice Costanza Miriano, il portavoce della “Manif Pour Tous” Italia Jacopo Coghe, il magistrato cattolico Alfredo Mantovano, Mario Adinolfi, direttore de “La Croce”, il movimento “Alia – Diritti per natura”. L’impronta apertamente confessionale di molti degli organizzatori della manifestazione può suscitare qualche perplessità, e non per un laicismo d’accatto, quanto per i presupposti sdrucciolevoli di una critica mal impostata all’ideologia di genere.
Il fatto che l’evento sia stato boicottato da Comunione e Liberazione, dal Forum delle associazioni familiari e dalla Conferenza episcopale italiana, forse troppo occupata ad aprire le porte all’invasione immigrata per espiare il passato coloniale europeo, fa comunque ben sperare. Del resto il problema gender è reale e di fronte alle mobilitazioni di popolo per una causa al fondo giusta non è mai il caso di fare gli snob. Proprio il caso della Manif pour tous francese, tuttavia, suggerisce alcune indicazioni politiche. Primo: la piazza è importante, ma non è sufficiente. L’esperienza transalpina si è esaurita per mancanza di uno scopo ulteriore alle adunate oceaniche, che fatalmente dopo un certo numero di volte hanno finito per perdere potenza. Secondo: dopo aver contestato gran parte dell’establishement francese, alcuni dei dirigenti della Manif sono passati… con Sarkozy. Riusciranno gli organizzatori di Piazza San Giovanni a evitare di tirare la volata a qualche vecchio arnese spompato della politica liberale, la stessa in cui il gender nuota come un pesce nell’acqua?
Adriano Scianca