Roma, 9 mar – Due giorni di violente proteste, con la polizia che è arrivata a usare cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e granate stordenti per respingere i manifestanti che avevano attraversato le barriere erette nell’area del parlamento – assaltato e in parte danneggiato – di Tbilisi. Migliaia di persone scese in piazza nella capitale della Georgia, per scagliarsi contro una legge che istituisce il registro degli agenti stranieri per i media e le Ong che ottengono oltre il 20% dei finanziamenti dall’estero. Molte persone scese in piazza hanno intonato cori contro quella che definiscono la “legge russa”, sventolando bandiere Ue. Secondo i manifestanti, con la nuova normativa la Georgia rischia di compromettere seriamente il processo di riforme, che va avanti peraltro da diversi anni, necessario all’ingresso della nazione caucasica nell’Unione europea. Nel commentare le proteste, Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato americano, ha minacciato sanzioni contro le autorità georgiane qualora la nuova legge dovesse essere introdotta. Washington rimprovera inoltre al governo di Tbilisi la mancata applicazione delle sanzioni contro la Russia.
Ritirata la contestata legge sugli agenti stranieri
Sta di fatto che in seguito alle pesanti contestazioni di piazza, con diversi media internazionali intenti a evocare lo spettro di una scongiurabile guerra civile, la legge sugli agenti stranieri è stata ritirata. “Da partito responsabile di governo abbiamo preso la decisione di ritirare senza condizioni la proposta di legge che avevamo sostenuto”, si legge in una nota del partito Sogno Georgiano, che detiene la maggioranza assoluta al Parlamento monocamerale di Tbilisi.
Poco dopo l’annuncio governativo, la rappresentanza dell’Unione europea in Georgia ha scritto su Twitter: “Accogliamo con favore l’annuncio del partito al governo di ritirare il progetto di legge “sull’influenza straniera” e “incoraggiamo tutti i leader politici georgiani a riprendere le riforme a favore dell’Ue, in modo inclusivo e costruttivo e in linea con le 12 priorità della Georgia per ottenere lo status di candidato”.
Proteste in Georgia, uno strano caso
La legge sugli agenti stranieri, ritirata, appariva insomma un assist alla Russia. D’altronde Mosca non ha mai messo da parte le proprie mire sull’ex Repubblica socialista, considerata pur sempre parte integrante del cosiddetto “estero vicino” russo. Eppure a tentare di introdurre questo provvedimento è stato il partito di governo, Sogno Georgiano, favorevole a un’economia liberale e a un progressivo avvicinamento sia alla Nato che all’Unione europea. Compagine che di conseguenza ha sempre mostrato un carattere antirusso e una linea che non si discosta troppo da quella di Strategy Builder, partito di opposizione che ha organizzato le proteste.
Ancor più “filo-occidentale” (sponda Usa più che Ue) la presidente del Paese caucasico, Salomé Zourabichvili. Diplomatica francese, naturalizzata georgiana e allieva del noto stratega Zbigniew Brzezinski alla Columbia University, Zourabichvili aveva subito annullato gli incontri previsti a New York per preparare un appello alla nazione: “Mi rivolgo a te, che questa sera ti trovi in viale Rustaveli, dove sono stata più volte. Oggi sono a New York con la Statua della libertà alle mie spalle. Questo è un simbolo per il quale la Georgia ha sempre combattuto, per il quale siamo arrivati fino a oggi. Sono con te, perché oggi rappresenti la Georgia libera”. E ancora: “Questa legge, di cui nessuno aveva bisogno, non nasce dal nulla. È dettata da Mosca”.
L’uomo della “ricostruzione” russa
Strano caso, perché un governo antirusso dovrebbe introdurre una legge “dettata da Mosca”? Un indizio c’è e porta a uno scontro interno proprio al partito di maggioranza. L’imprenditore Bidzina Ivanishvili, storico leader di Sogno Georgiano, già premier nonché attuale uomo più ricco della Georgia, basa gran parte dei propri capitali in Russia. Ed è sempre in Russia che possiede diversi hotel, oltre alla catena di farmacie ‘Doctor Stoletov’. Negli anni Novanta, dopo il crollo dell’Urss, figurava tra i “pioneristici” speculatori della ricostruzione. E’ l’uomo che, a titolo esemplificativo, secondo Forbes “comprò aziende non necessarie a nessuno per decine di milioni di dollari, per poi rivenderle per miliardi di dollari”.
Eugenio Palazzini
3 comments
Già visto a Kiev nel 2014, e non solo. Le solite manovre ispirate dalla premiata ditta Sullivan, Blinken, Nuland & Associati … vedi anche alla voce “Soros” e affini… Che schifo!
CANI FINANZIATI DA SOROS !!! – CRIMINALI FOMENTATI DA BIDEN !!!
TEPPISTI !!! – CANAGLIE !!! –
GOMBLODDO !!!
La RUSSIA E IL BENE USA EU NATO SOROS IL MALE! SVEGLIATEVI