Roma, 7 mar – Non c’è tregua per la Siria. Non v’è pace per il popolo siriano. Prima dodici anni di tremenda e logorante guerra per liberare il Paese dal terrorismo internazionale, poi il devastante terremoto che un mese fa ha provocato decine di migliaia di morti tra la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, le cui ultime scosse, 4.4 sulla scala Richter, si sono registrate proprio oggi. Stamattina la città di Aleppo, la seconda più importante della Siria, tra le rovine del conflitto e le macerie del sisma ha nuovamente udito il terribile fischio dei missili. Proprio mentre Aleppo diviene il punto nevralgico dell’invio di aiuti umanitari da tutto il mondo, ancora una volta ad attaccare lo Stato sovrano arabo sono state le bombe israeliane. Lo stato di Israele è da sempre ostile al popolo siriano, arrivando ad attaccarlo e boicottarlo anche durante la lunga guerra che lo stesso ha combattuto nell’ultimo decennio contro i terroristi jihadisti giunti da mezzo mondo.
L’aeroporto di Aleppo era il punto più importante per gli aiuti ai terremotati
“Alle 02:07 di martedì – ha comunicato oggi all’alba la fonte ufficiale della Difesa siriana – il nemico israeliano ha effettuato un atto di aggressione aerea dalla direzione del Mediterraneo, a ovest di Lattakia, prendendo di mira l’aeroporto internazionale di Aleppo, che ha provocato danni materiali all’aeroporto”. Aleppo, un tempo la città più ricca della Siria e tra le più antiche del mondo intero, oggi ospita in strada alloggi e bivacchi di fortuna all’ombre di edifici resi impraticabili dal recente terremoto. Qui giungono da settimane aiuti umanitari da ogni parte del mondo in solidarietà alle popolazioni siriane e curde martoriate dal violentissimo sisma. In tutto questo scenario apocalittico che vive la popolazione, era proprio l’aeroporto di Aleppo a fungere, fino a questa notte, la funzione più importante nella raccolta e nella distribuzione degli aiuti internazionali. Sulle piste per gli aerei, oggi rese impraticabili dalla violenza israeliana, arrivavano ad Aleppo aerei cargo di paesi orientali e occidentali, ma anche africani e sudamericani. Un intero globo che, nelle scorse settimane, ha finalmente risposto agli appelli siriani per correre in aiuto a una popolazione stremata da un susseguirsi di catastrofi. Forse è proprio questo il motivo per cui Israele ha preso l’ennesima vergognosa decisione di bombardare la Siria, esattamente nelle ferite scoperte del cuore di un intero popolo.
“La comunità internazionale condanni l’aggressione israeliana”
Il Ministero Esteri ed Espatriati, questa mattina ha sottolineato che “l’aggressione criminale perpetrata all’alba dall’entità israeliana che ha preso di mira l’aeroporto internazionale di Aleppo, provocandone la messa fuori servizio, è considerata un doppio reato in quanto ha preso di mira: da una parte un aeroporto civile e dall’altro uno dei principali canali per la consegna di aiuti umanitari, dall’interno e dall’esterno della Siria, alle vittime del devastante terremoto che ha colpito l’area il 6 febbraio scorso”. Sempre il Ministero siriano, su Twitter ha aggiunto che “questa aggressione riflette ancora una volta le più brutte forme di barbarie e disumanità dell’entità israeliana e la sua pratica delle più oltraggiose violazioni del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario”. “La Siria mette in guardia l’entità israeliana dalle ripercussioni del perdurare di questi crimini – afferma ancora il ministero di Damasco – invitando la comunità internazionale a condannarli e ad adoperarsi per porvi fine, in particolare perché presagiscono maggiori minacce e rischi per la sicurezza e la pace della regione e del mondo”.
Voli e sbarco aiuti umanitari spostati da Aleppo a Damasco e Lattakia
Con l’aeroporto di Aleppo duramente colpito da Israele, adesso, il Ministero dei Trasporti – Autorità per l’Aviazione Civile Generale siriana ha deciso di trasferire i voli di linea e per gli aiuti internazionali, dall’aeroporto di Aleppo agli aeroporti di Damasco e Lattakia. “A seguito dell’aggressione israeliana che ha preso di mira l’aeroporto internazionale di Aleppo e lo ha reso fuori servizio – si legge in un comunicato ufficiale del Ministero – si è deciso di trasformare l’atterraggio degli aerei di soccorso umanitario per le persone colpite dal terremoto e i voli di linea e programmati all’aeroporto internazionale di Aleppo, attraverso gli aeroporti di Damasco e Lattakia“. Il ministero ha invitato i viaggiatori a concordare gli orari di viaggio, trasporto e volo con le compagnie aeree e i loro uffici, fino alla riparazione dei danni causati dall’aggressione israeliana. Il fatto però di spostare di svariati chilometri l’atterraggio degli aiuti umanitari, comporterà inevitabilmente preziosi ritardi nella consegna degli aiuti, soprattutto in una situazione ospedaliera già critica al nord del Paese.
Per aiutare la popolazione siriana
Ancora una volta, per noi de il Primato Nazionale è doveroso ricondividere l’appello delle associazioni umanitarie italo-siriane impegnate negli aiuti e nella ricostruzione post-sisma. Tra queste, riportiamo ancora una volta la comunità siriana italiana che, in stretta collaborazione con il Fronte europeo per la Siria e i volontari di Sol.Id Onlus, ha dato il via a una raccolta fondi per intervenire direttamente nelle zone colpite dal sisma. Per contribuire attivamente alla raccolta fondi in favore delle vittime del terremoto è facilissimo: si può effettuare un bonifico tradizionale tramite i servizi bancari o di home banking a IBAN IT-37-H-07601-03200-001016097071 (conto intestato a Ass. Vol. Sol.Id. Onlus).
Andrea Bonazza
4 comments
Idea di Zelensky ? È chiaro chi sono questi criminali. Adesso intervistate quella parassita della senatrice a vita cosa dice su questo.
Notizia nascosta dai pennivendoli, mass-media e geni illuministi schiavi della loro codardia, miseria intellettuale e prostrati a vita (cadaveri che camminano su quattro moncherini).
[…] Primato Nazionale – Roma, 22 mar – Solo due settimane fa, in piena crisi internazionale dovuta al tremendo terremoto abbattutosi su Siria e Turchia, Israele […]
[…] 22 mar – Solo due settimane fa, in piena crisi internazionale dovuta al tremendo terremoto abbattutosi su Siria e Turchia, Israele […]