Roma, 24 feb – La sinistra schiera il suo esercito culturale sul tema della scuola, per difendere un settore letteralmente colonizzato dai suoi discepoli nel corso dei decenni. Il pretesto ultimo per gli affondi non può che riguardare i fatti del liceo Michelangiolo e la reazione francamente imbarazzante di alcuni presidi fiorentini che, da una posizione che dovrebbe essere puramente pedagogica, fanno apertamente politica in senso orientato. Ai signorotti egemonici non sono piaciute le parole di replica del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara contro i suddetti dirigenti scolastici.
Sinistra in difesa della “sua” scuola
La sinistra si divide su tutto, ma non sui temi fondamentali che contraddistinguono il suo potere sulla Nazione: è questa la ragione principale del suo dominio. La scuola, ovviamente, è uno di questi temi: anche quando viene polticizzata in modo indecente da due presidi fiorentini che saltano subito sul carro della “indignazione antifascista” pubblica, successiva alla rissa del liceo Michelangiolo avvenuta qualche giorno fa. Una scuola in cui anche tanti insegnanti onesti vengono letteralmente cannibalizzati da un dominio che vuole continuare a regnare incontrastato, in spregio di qualsiasi onestà intellettuale e pedagogica. Così la sinistra, più che difendere la scuola, difende la “sua” scuola, attaccando con la consueta veemenza chiunque contesti il suo impero. In questo caso, il “regno” viene contestato dal ministro Valditara, che ha definito, come riportato dall’Ansa, “impropria” la lettera della preside del liceo Leonardo Da Vinci, poco prima che un altro preside fiorentino, Luca Stefani, pubblicasse una circolare su toni abbastanza simili. “Una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole”, ha poi aggiunto il ministro, che ha concluso con un’affermazione maldigerita dai signorotti della cultura dominante: “Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure“. Apriti cielo: inveisce la sinistra, inveisce Dario Nardella, inveisce – manco a dirlo – l’Anpi, tutti insieme appassionatamente per dire una cosa molto semplice: caro ministro, si faccia gli affari propri, che la scuola è “cosa nostra”. L’Anpi definisce “inaccettabili” le parole del ministro, Nardella ne chiede le dimissioni.
Il governo reagisca e tenga il punto
Vanno giudicare in modo assolutamente positive le parole del ministro, che ha contrastato con una certa decisione l’atteggiamento inaccettabile dei dirigenti scolastici fiorentini. Ora però è tempo di non abbassare la testa dopo le solite minacce e le aggressioni di un “Feudo” che non ha alcuna intenzione di perdere i suoi privilegi, di rinunciare al suo dominio incontrastato sulla società e sulle politica italiane, al suo ruolo di decisore dei destini autodistruttivi dell’intera Nazione. Le “misure” paventate dal ministro vanno confermate, senza la paura di finire sotto terra per mano di chi dispone di un vero e proprio impero mediatico, culturale e – questione più pericolosa di tutte – giudiziario. La paura non porta da nessuna parte e in qualche maniera occorre provare a insistere, con ogni mezzo a propria disposizione. La scuola è di tutti e non è della sinistra. Va difesa da chi vuole imporre visioni ideologiche e profondamente offensive anzitutto verso i ragazzi. No, un preside non ha diritto di fare politica su una questione come quella che sta tenendo banco ormai da giorni, per di più afflitta da una narrazione molto lontana dalla verità dei fatti. E su questo va combattuto e contestato, così come tutto il sistema che lo protegge.
Stelio Fergola
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[…] il personale scolastico, però, sono ovunque: a Cesena un preside è stato vittima di attacchi. La scuola italiana, sotto troppi profili ormai, è sempre più allo […]