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«OnlyFans? Si inizia dal sesso virtuale, ma poi si cerca la realtà. Anche in forme pericolose»

by Fabrizio Vincenti
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Una questione quasi esclusivamente di soldi, ma con ripercussioni psicologiche e sociologiche importanti. OnlyFans e, in generale, i servizi erotici offerti in esclusiva sono un mercato sempre più rilevante, che muove denaro e che coinvolge un numero sempre maggiore di utenti.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di febbraio 2023

Matteo Pacini è uno psichiatra e docente di Medicina delle dipendenze con un lungo curriculum che segue da vicino queste interazioni virtuali che spesso, da un punto di vista psicologico, possono finire su un terreno molto scivoloso. Quello delle aspettative non soddisfatte. Quello di un rapporto che da virtuale si vorrebbe divenisse in qualche modo reale. Tutto sul filo dell’equivoco.

Perché OnlyFans ha così tanto successo?

Che idea si è fatta del social OnlyFans? Cosa lo contraddistingue?

«La particolarità sta nell’entrare in contatto con l’autore dei contenuti, anche se questo era già stato provato ad altri livelli, penso per esempio al mercato degli indumenti intimi usati, sviluppatosi in Cina e Giappone, dove si certifica, o almeno così si racconta, che quegli indumenti sono esattamente di una persona. Così come del resto qualcosa di simile avveniva e avviene con la prostituzione o para-prostituzione nei night club e nei club privé, dove ci si basa sull’illusione di un contatto personale. È una via di mezzo tra una oggettivizzazione e il pagamento del tempo, in cui una persona viene percepita come viva e in grado di intrattenere. Se è brava, riesce anche a far sentire importante il cliente. È un terreno scivoloso, dove possono sorgere parecchi problemi».

Cosa può attrarre un cliente che accetta di pagare per video e foto, visto che teoricamente può accedere gratuitamente a ogni forma di porno?

«Ricerca un’interazione virtuale, non vuole pescare foto amatoriali che non sono state prodotte per lui: il fatto che l’immagine sia stata fatta per lui genera intimità e possesso. Esistono webcam dove si invitano i visitatori a unirsi e a prendere il controllo su un’altra persona: è un invito erotico, se si paga, si ordina la performance. È un modo per non avere un’interazione standardizzata e in tutto ciò vengono esaltati i comportamenti feticistici come pure, dall’altra parte, quelli esibizionistici».

In fin dei conti, è anche una conferma della smaterializzazione dei rapporti e della distanza tra le persone.

«Vero, ma tenga conto che tutto tende a un’implosione e al bisogno di passare ad altro. Se l’essere umano non è cambiato, si genera una frustrazione dettata dal fatto che il fruitore, dopo il contenuto solo suo, cerca di essere speciale. Si creano legami che possono portare a una crescente richiesta di interazione esclusiva. Per spiegarmi, le faccio l’esempio delle pornostar che poi si trasformano in escort, e che quindi possono materialmente, e sia pure a caro prezzo, essere a disposizione del cliente che aveva visto i loro film. E la materialità che non è entrata dalla porta, sia pure in modo contraddittorio, può farlo dalla finestra».

OnlyFans è in forte crescita: quanto hanno pesato in generale sui social la pandemia e i limiti imposti?

«La pandemia ha sicuramente esaltato la virtualità, ma è anche stata caratterizzata dalla frustrazione per il mancato contatto, e la riprova si è avuta come sono state allentate le misure, con una ricerca di…

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