Roma, 29 gen – La grancassa mediatica ha passato anni a straparlare di “pericolo fascista”, per poi scoprire d’un tratto che il vero pericolo è l’antifascismo militante. Lo è sempre stato, ma finché questi soggetti piazzavano ordigni e compivano attentati contro librerie e sedi di movimenti a loro invisi, certa stampa preferiva fischiettare allegramente. Il ritorno sulla scena degli anarchici, per quanto possa apparire folcloristico – per certi versi senz’altro lo è, tra solita retorica contro lo Stato e outfit vintage da punkabbestia – pare ora aprire gli occhi anche ai più obnubilati.
Attentati anarchici, primi segnali inquietanti
Il primo campanello d’allarme è suonato con l’attacco all’ambasciata italiana ad Atene, avvenuto lo scorso 2 dicembre e rivendicato dal gruppo anarchico “Carlo Giuliani Revenge Nuclei”. Gli attentatori incendiarono, in quell’occasione, l’auto del diplomatico Susanna Schlein. Sembrò un fuoco di paglia, o poco più. Fino a ieri, quando la Farnesina ha segnalato due attacchi, alle sedi diplomatiche italiane di Barcellona e Berlino. Di nuovo gli anarchici, di nuovo azioni terroristiche con un solo, apparente obiettivo: accendere i riflettori su Alfredo Cospito, uno dei leader della galassia anarchica detenuto al 41bis. Segnali affatto trascurabili, culminati con gli scontri alla manifestazione anarchica a Roma, in Piazza Trilussa, dove un poliziotto è rimasto ferito alla testa. I manifestanti si sono dati al solito repertorio teppistico: lancio di bottiglie e oggetti contro le forze dell’ordine, cori contro lo Stato e danni vari: ai tavolini di bar, alle fioriere, ad auto e motorini parcheggiati per strada.
Generare il caos
Adesso l’intelligence italiana teme attentati nella nostra nazione a ministeri, sedi istituzionali, carceri e in generale a obiettivi sensibili. Gli anarchici, ancora loro, potrebbero colpire in qualunque momento. Un modo per tornare a generare il caos, a prescindere dal caso Cospito. Realmente impotente, dunque irrimediabilmente inconcludente, il liquido pianeta anarchico ha sempre avuto questo obiettivo, soltanto questo: destabilizzare. Il caso Cospito, in tal senso, è un pretesto come un altro. Di qui, appunti per la grancassa mediatica: il terrore lo generano sempre i figli di papà allevati nei centri sociali dell’antifascismo militante.
Eugenio Palazzini
4 comments
Anarchia, anarchia sempre, sempre permeabile verso il peggio.
Ma A.Cospito ed altri idealisti, a parer mio pericolosi più a sé stessi, non li vedo al 41bis, quanto in una nuova terra “sperimentale”, una loro comunità libera, salvo sorprese, di estinguersi autonomamente.
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