Roma, 4 gen – Nel territorio israelo-palestinese la tensione tra le diverse confessioni religiose continua a crescere. Più di 30 tombe del cimitero protestante sul Monte Sion sono state profanate la scorsa domenica. Le croci delle vecchie tombe cristiane sono state spezzate e le lapidi rovesciate e mandate in frantumi. La comunità protestante non sembrano nutrire dubbi sulla matrice del gesto vandalico e hanno accusato del deplorevole atto gli estremisti ebrei israeliani. “Abbiamo notato che i discorsi e i crimini di odio religioso sono in aumento”, ha dichiarato l’arcivescovo anglicano Hosam Naoum.
I protestanti accusano gli ebrei della devastazione del cimitero
Naoum, in piedi accanto alla tomba vandalizzata del secondo vescovo anglicano di Gerusalemme, ha detto che sarebbe in atto un escalation di attacchi ebraici contro i cristiani e i loro luoghi sacri. “Questa è solo un’indicazione che non siamo in una terra in cui le persone possono tollerarsi o accettarsi a vicenda. A Gerusalemme troviamo sempre più esclusione e segregazione, e questo è ciò che ci addolora davvero”, ha aggiunto l’arcivescovo Naoum. In un tweet, il consolato britannico a Gerusalemme ha affermato: “Questo è l’ultimo di una serie di attacchi contro i cristiani e le loro proprietà dentro e intorno alla Città Vecchia. Gli autori di attacchi di matrice religiosa dovrebbero essere condannati”. Anche il ministero degli affari esteri israeliano ha condannato il vandalismo al cimitero. “Questo atto immorale è un affronto alla religione e gli autori saranno perseguiti secondo la legge”.
La polizia già sulle tracce dei vandali israeliani
A far luce sulla vicenda, le riprese delle telecamere di sicurezza non lasciano alcun dubbio. Esse mostrano infatti due giovani che compiono l’attacco indossando l’inconfondibile copricapo ebraico kippah e le tradizionali frange annodate, denominate tzitzit, segno distintivo della cultura ebraica. La polizia israeliana, intanto, ha detto di aver visitato il cimitero per constatare i danni e di indagare su quanto accaduto. Il cimitero fu allestito nel lontano 1848, su un terreno acquistato dal vescovo Gobat, la cui tomba è stata violentemente profanata dagli ebrei, ed è custodito dalle comunità luterana e anglicana. Tra le tombe si trovano scienziati, politici, membri delle forze armate e del clero, molti dei quali furono personaggi di spicco della città.
In Israele l’odio anticristiano continua a crescere
Nell’orribile attacco al cimitero protestante, tre tombe di guerra del Commonwealth, appartenenti ad agenti di polizia palestinesi, sono state devastate, insieme a diverse croci di pietra distrutte dall’odio anticristiano. La Chiesa anglicana afferma dunque convintamente che “questi atti criminali sono stati motivati dal fanatismo religioso e dall’odio contro i cristiani”. Solo 9 anni fa, lo stesso cimitero era stato già vandalizzato in un altro attacco effettuato dai fondamentalisti ebraici. Il nuovo governo israeliano appena insediato, si trova quindi in tavola l’ennesima patata bollente che rischia di contribuire al ri-infiammarsi dello scontro etnico e religioso tra le componenti culturali di questa terra senza pace.
Andrea Bonazza