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Eroi dimenticati: l’esempio di Salvatore Leone e quella sublime villa di Taormina

by Emanuela Volcan
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salvatore leone, taormina

Taormina, 27 nov – “I tre S.L.C. allineati in fila davanti all’acqua sembrano tre piccoli temibili vascelli”. Dal diario del Tenente di vascello Licio Visintini, 7 dicembre 1942. E’ notte fonda è sta per iniziare l’operazione Baia di Gibilterra 5 (B.G.5) della squadriglia dell’Orsa Maggiore, che ha base nella petroliera “Olterra” ormeggiata nel porto di Algesiras di fronte la base navale inglese di Gibilterra. Fondata da uno dei più valorosi militari italiani della Xª Flottiglia MAS della Regia Marina, appunto Visintini che tiene un diario scrupoloso dei dieci giorni (26 novembre-7 dicembre). Ottanta anni tra qualche giorno da quella fredda notte in cui tre coppie di valorosi militari misero in atto un attacco contro la corazzata Nelson e le due portaerei Formidable e Furios. Verso quest’ultima partì l’ultimo dei tre siluri a lenta corsa, i cosiddetti maiali, su cui si trovava la coppia Cella (unico superstite dell’operazione) e Salvatore Leone sparito tra i flutti delle acque del Mediterraneo.

Salvatore Leone, un eroe dimenticato

“Volontario nei reparti d’assalto della R.Marina, si dedicava con appassionato entusiasmo al duro lavoro della preparazione e dell’allenamento. Prescelto quale secondo operatore subacqueo per tentare il forzamento della più munita base navale nemica nel Mare Mediterraneo, accompagnava il proprio ufficiale nell’ardua impresa e proseguiva verso l’obiettivo anche quando si era scatenata contro di essi la insormontabile rabbiosa reazione nemica. Durante la navigazione subacquea, sotto il continuo getto di bombe, colto da improvviso malore, perdeva collegamento con l’apparecchio e trovava nelle violate acque la tomba che il suo grande cuore aveva scelto. Esempio di grande dedizione al dovere e di temerario coraggio”. Con questa motivazione il 10 maggio del 1945 il Sergente Palombaro Salvatore Leone fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare, alla Memoria, l’unico siciliano ad operare a bordo di tali mezzi d’assalto.

Ed è proprio la sua città, Taormina, che ricorda e perpetua il sacrificio di questo eroe, morto a soli 26 anni, tutti i giorni, grazie ad una targa commemorativa posta nella Piazza a lui intitolata, e a un “maiale” fatto costruire in sua memoria, nell’arsenale della Marina Militare di Taranto, davanti al quale in occasione del 4 Novembre Festa delle Forze armate viene posta una corona d’alloro.

Ad onor del vero l’intero Parco Trevelyn, costruito a metà del XIX secolo per volontà della nobildonna scozzese Florence Trevelyn e acquisito dal Comune il 18 Febbraio del 1923, ha grande cura e rispetto dei soldati italiani avendo fatto erigere negli anni il Monumento ai caduti della Grande Guerra del 1915-18, avendo esposto il cannone risalente al 1915, scolpito una stele in onore dei Marinai d’Italia, posto il Mas dedicato alla medaglia d’argento al valor militare Salvatore Leone e istituito il parco delle rimembranze, nella parte sud dei giardini, con i filari di ulivi in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale.

Un incantevole luogo della memoria

La Villa Comunale di Taormina risulta essere così un profondo e commovente luogo della memoria di questa Nazione unita dal sacrificio di giovani provenienti da ogni angolo dello Stivale ed il cui valore, abnegazione e senso della Patria sono stati universalmente riconosciuti in primis proprio dai nemici in guerra.

“Finita la missione nel segno dell’audacia senza limiti costò più che una decimazione della Squadriglia. Anche Leone morì, mentre Manisco e Varini rimasero prigionieri. I cadaveri di Visintini e Magro furono ripescati qualche giorno più tardi nel porto di Gibilterra e gli inglesi resero gli onori militari. Lionel Crabb, Tenente di Vascello e capo dei servizi di sicurezza subacquea, gettò una corona di fiori sulle acque. Per questo gesto cavalleresco non mancò, tra gli ufficiali della roccaforte inglese, chi gli mosse antipatiche critiche. Così da combattente a combattente, non poteva che inchinarsi davanti al coraggio e al sacrificio”. Dal libro Uomini contro navi di Beppe Pegolotti il racconto di una delle tantissime operazioni di guerra che al di là delle vittorie e delle sconfitte hanno sempre lo stesso denominatore comune: l’eroismo degli italiani. Quell’eroismo che oggi vediamo dileggiato, offeso e vilipeso da mediocri soggetti in cerca di pubblicità. Omuncoli con il sedere affondato su comode poltrone e divani che mai hanno conosciuto un giorno di eroismo, di senso della patria verso cui uomini e donne dei primi del Novecento hanno invece sacrificato il loro bene più grande: la vita. Non vorremmo nemmeno mai metterli sullo stesso piano ma ultimamente siamo costretti ad assistere a polemiche come quelle innescate da una maglietta o da una scritta natalizia.

Stoltizia e bellezza

Proprio nei giorni a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il sindaco Roberto Ammatuna – non nuovo a queste inutili polemiche – ha fatto rimuovere la X di XMAS: “In occasione delle feste di Natale nella piazza principale di Pozzallo è stata installata, così come avviene in tutta Italia, una scritta. Invece di scrivere Christmas abbiamo scritto Xmas, così come accade in tutto il mondo, che significa Buon Natale. Qualcuno ha voluto strumentalizzare questa scritta travisandola volutamente per ‘decima mas’ che è tutt’altra cosa”.

Come riportato da Adnkronos, il primo cittadino ha dunque dato valore a richieste imbarazzanti sottoscritte dalle solite associazioni che professano come credo religioso l’antifascismo, piegandosi a ridicoli piagnistei. Avremmo preferito si fosse polemizzato per l’uso smodato di una lingua che non è la nostra, piuttosto che per ciò a cui impropriamente si accosta, ovvero la gloriosa Flottiglia X° Mas. Il disgusto raggiunge livelli di guardia, poi si fa un giro nei viali dei Giardini Pubblici di Taormina e si ha la sensazione che tutto torni al proprio posto.

Emanuela Volcan

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