Roma, 25 nov – Aboubakar Soumahoro ora parla di “diritto all’eleganza”. Nel tentativo di difendere le immagini che ritraggono la moglie ingioiellata e che imbarazzano la sua già precaria posizione, il “sospeso” deputato di Alleanza Verdi e Sinistra
Soumahoro e il “diritto all’eleganza”
Durante la trasmissione PiazzaPulita, Soumahoro ha commentato le immagini sui social ritraenti la moglie vestita con abiti lussuosi e borse di marche prestigiose. Corrado Formigli domanda sull’inopportunità di mostrarsi in certi modi – pur non costituendo essi alcunché di penalmente perseguibile – quando ci si autocelebra come difensore dei poveri e degli oppressi. Una “discrepanza dell’immagine”, insomma. Soumahoro ha risposto così: “Non mi ha creato alcuna forma di imbarazzo, perché ritengo che il diritto all’eleganza, il diritto alla moda, è una libertà. La moda non è né bianca né nera. La moda è semplicemente umana”. La domanda un po’ ipocrita di Formigli (perché la “discrepanza”, per quanto notabile e senza dubbio imbarazzante, non elimina la possibilità di avere dei gusti), riceve una risposta cento volte più ipocrita e addirittura ridicola. Soumahoro arriva a teorizzare un “diritto alla moda”, come se si parlasse di diritto al lavoro, a una casa e quant’altro. Insomma, siamo al top.
L’autosospensione dal partito
Prima di questa “perla”, Soumahoro aveva dichiarato quanto segue: “Mi sono autosospeso perché credo nei valori della dignità, per il rispetto della storia che mi porta qui, che è la storia di tanti”. Il tutto parlando di una “leggerezza” che a suo dire “non si perdona”, e sottolineando che non girerebbe di nuovo quel video in cui, frignando, chiedeva penosamente di essere lasciato in pace. Sulla moglie e la famiglia, il deputato continua a fare lo gnorri: non sapeva nulla, dice. In fin dei conti, come avrebbe mai potuto: “La coop era a Latina, io ho sempre vissuto a Roma”. In fondo, in quattro anni, è altamente improbabile che sia passato da quelle parti, viste le “distanze enormi” tra le due città: chi penserebbe diversamente, caro onorevole.
Alberto Celletti
3 comments
Nessuno più di un nero riesce meglio ad essere un ostentante parvenu quando ha un po’ di soldi, basti vedere come si conciano i neri americani, siano essi onesti artisti musicali o spacciatori arricchiti, con abiti vistosi e anelli e catenine da mezzo chilo l’uno. Di Liberace bianco ce n’era uno, ma tra di loro ce ne son 31.
Ma piuttosto: Sumahoro si fa prestare un paio di stivali per far scena in posa.
Si evince dunque che:
– non ne aveva, perchè non ha mai dovuto usarli;
– è un pitocco che non spende 10 eur per un paio di stivali in gomma;
– manco li restituisce.
Il massimo del minimo. Speriamo che voli via presto, come una scoreggia all’aperto.
Non ha fatto che ripetere ciò che sono riusciti a far intendere un certo Fiorucci e compagnia progressista costumante, oramai cinquanta anni fa…