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Finalmente siglato l’accordo tra Belgrado e Pristina sulle targhe serbe in Kosovo

by Andrea Bonazza
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Roma, 24 nov – L’eterna diatriba kosovara tra serbi e albanesi sulle targhe delle automobili serbe, osteggiate dal governo albanese di Pristina, è forse finalmente giunta ad una definitiva risoluzione. Come si ricorderà, nel corso dell’ultimo anno il governo del Kosovo ha imposto alla minoranza serba di cambiare le vecchie targhe automobilistiche risalenti a prima del 1999, quando il Paese era ancora parte della Serbia. L’imposizione di Pristina ha trovato da subito una forte resistenza da parte dei serbi che vivono nelle zone settentrionali del Kosovo. Negli ultimi giorni Pristina aveva infine dichiarato l’emissione di multe contro i trasgressori. L’Ue ha presentato una proposta per evitare un ulteriore inasprimento delle tensioni, inizialmente accettata di buon grado dal presidente serbo ma non dal primo ministro del Kosovo, Albin Kurti. Oggi, il Presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vučić, ha affermato che l’accordo sulle targhe, raggiunto a Bruxelles dalle delegazioni di Belgrado e Pristina, “ha preservato la pace e la stabilità per il nostro popolo”. Nel suo discorso, il presidente slavo ha affermato che la prima condizione per il ritorno dei serbi nelle istituzioni kosovare è stata soddisfatta. D’ora in avanti, dunque, non ci saranno multe e sequestri di auto.

“Quando raggiungi la pace, poi puoi concentrarti a combattere su altro”

Secondo Vučić, è importante che i negoziati continuino e che le targhe KM (Kosovo e Metochia), di cui circa 7.000 appartengono a persone che vivono in Kosovo e 2.000 nella Serbia centrale, siano rese finalmente valide. Il Presidente serbo ritiene l’accordo di Bruxelles “una piccola vittoria tattica in termini di status, che però ci porterà in una situazione ancora più difficile, in cui saremo esposti a pressioni più pesanti”. “Sono anche soddisfatto – prosegue Vučić – che non abbiamo messo in pericolo l’intera Serbia e che quest’anno sarà un anno record per il livello degli investimenti stranieri diretti, perché quando hai la pace, poi puoi concentrarti a combattere anche su questo”.

“Stufi del terrore di Pristina”

Il presidente serbo ha poi sottolineato però anche che la situazione tra serbi e albanesi nel nord del Kosovo rimane tesa. “La gente è stufa delle prepotenze delle autorità di Pristina. Dopo 23 anni di terrore, i serbi del Kosovo vogliono proteggere il loro focolare e lottare per i loro figli, gli anziani, ma anche per la Serbia in Kosovo e per il nostro futuro“. Concludendo, Vučić ha quindi precisato di sapere che tipo di situazione complicata aspetta il popolo serbo del Kosovo e ha aggiunto che deve ammettere che i rappresentanti europei, così come i rappresentanti degli USA, sono stati molto razionali nel loro atteggiamento.

Andrea Bonazza

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