Roma, 23 nov – Tutti con le mani sulla bocca e il portiere con gli scarpini arcobaleno, giusto per tirar fuori un gesto qualunque pro Lgbt. La Germania protesta così nella sua prima partita del Mondiale in Qatar, contro il divieto della Fifa di indossare la fascia con la scritta “One Love”. Poi si gioca a pallone, e il Giappone vince 2-1 in rimonta.
Mani sulla bocca e scarpini arcobaleno: l’ipocrisia della Germania
Il portiere e capitano della nazionale tedesca, Manuel Neuer, dopo tanto scalpitare alla fine ha optato per la meno compromettente fascia ufficiale della federazione internazionale che governa il calcio, con la scritta “No discrimination”. Al contempo, l’estremo difensore ha però escogitato un trucco, scendendo in campo con gli scarpini con i colori dell’arcobaleno. Eccellente spettacolo, capolavoro di cortocircuiti, ipocrisia e pure poco coraggio. Sì perché alla fine nessuna nazionale ha mai davvero boicottato il Qatar che non rispetta i diritti umani e a ben vedere la sonora punizione della Fifa per chi indossa la fascia Lgbt si limita a vaghe “sanzioni sportive”, traducibili con un terrificante cartellino giallo. Dunque per evitare l’ammonizione, semplicemente per quello, Neuer ha pensato di inserire l’arcobaleno sulle scarpe, anziché al braccio. Alla faccia del “gesto forte”, come lo hanno definito alcuni giornali subito pronti a esaltare il nulla con il fluo intorno.
Un nulla poi evidenziato meglio dal comunicato della Federazione tedesca, via Twitter: “Volevamo usare la fascia del nostro capitano per prendere posizione sui valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Volevamo usare la fascia del nostro capitano per prendere posizione sui valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili. Dovrebbe essere dato per scontato, ma non è ancora così. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Negarci la fascia da braccio è come spegnere la nostra voce. Sosteniamo la nostra posizione”.
Sayonara
Interessante, peccato che in tutto questo la Germania abbia dimenticato che al Mondiale di calcio, meramente, poi a calcio si deve giocare e possibilmente si devono vincere le partite. Ecco, oggi i tedeschi hanno rimediato una sconfitta storica, contro un Giappone che ha corso, pressato, dato tutto in campo. Dati per spacciati alla vigilia, i nipponici hanno convinto anche i più scettici che lo spirito di squadra è fattore imprescindibile per portare a casa il risultato. E conta molto più delle sceneggiate pre partita. Sayonara.
Eugenio Palazzini
5 comments
Prima di sceneggiare circa i diritti ci sono dei doveri, non a caso han vinto i nipponici.
Al di là del calcio -(di cui non me ne frega a nulla)- avrei una domanda da un milione di dollari: ma tutto questo gran daffare per imporre la propria visione del mondo a chiunque (diritti lgbt, libertà civili, inclusività etc.) non ci accomuna a quei colonizzatori del passato che tanto indignano e di cui oggi si abbattono le statue? Chiedo venia, forse sono io che non comprendo la logica di chi predica bene e razzola malissimo, ma a me l’Occidente sembra rimasto il colonialista (e razzista) che era. Certo, una volta si insegnava la parola di Dio agli indigeni del Nuovo Mondo, oggi il “”piacere”” di farsi incul**e ad ogni centro abitato di questo pianeta, ma va beh.. dicono si chiami progresso!
[…] Mani sulla bocca e scarpini arcobaleno: l’inutile sceneggiata della Germania […]
[…] correct bullshit also brings bad luck. They certainly took it to the Germans who, after theirs pathetic pro-LGBT protest, they took two pears from a heroic Japan. And if they don’t bring bad luck, these […]
[…] corrette portano pure sfiga. Di certo l’hanno portata ai tedeschi che, dopo la loro patetica protesta pro Lgbt, hanno preso due pere da un eroico Giappone. E se non portano sfiga, queste manifestazioni portano […]