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Mondiali, focus su Qatar 2022: l’edizione più discussa di sempre (parte seconda)

by Marco Battistini
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Qatar 2022

Roma, 20 novembre – Del perché Qatar 2022 sia l’edizione dei mondiali più discussa di sempre – soprattutto per questioni che non riguardano le sfumature calcistiche – ne abbiamo parlato nei giorni scorsi. A poche ore dal fischio d’inizio della partita inaugurale non resta che capire cosa ci riserveranno i rettangoli verdi dell’emirato mediorientale. Dal nostro punto di vista analizziamo anche quanto contribuisce la serie A e, in prospettiva futura, in che maniera potrebbe pesare nella seconda parte del campionato di casa nostra.

Gli “italiani” di Qatar 2022

Saranno sessantotto i calciatori stranieri tesserati in squadre italiane che disputeranno la competizione iridata. La società più rappresentata è la Juventus che presenzia con undici elementi. Dal polacco Szczesny al serbo Vlahovic – passando per i difensori brasiliani – la Vecchia Signora potrebbe schierare una squadra completa. Particolare importante che potrebbe appunto influire sulla Serie A: almeno la metà dei bianconeri puntano ad arrivare in fondo. Meno compromessa è invece la situazione del Napoli capolista. Solamente cinque gli uomini di Spalletti, di cui nessuno in selezioni per così dire favorite. Ergo, alla ripresa il tecnico di Certaldo potrebbe avere tutta la rosa debitamente riposata. Sette atleti per il Milan, sei ne conta l’Inter. Poi cinque anche il Torino, quattro per Atalanta, Fiorentina, Roma e Verona. E se Empoli, Lecce e Monza sono le uniche della massima serie a rimanere a bocca asciutta, le cadette Bari, Benevento e Brescia si presenteranno ai nastri di partenza con un giocatore ciascuno.

Brasile e Argentina insidiano una Francia incerottata

Una coppa da difendere e qualche cerotto di troppo. Tra le europee l’unica che inizia con i favori del pronostico è la Francia campione in carica allenata da Didier Deschamps, vecchia conoscenza del pallone italico. I transalpini però devono fare i conti con qualche assenza di troppo: oltre ai lungodegenti Pogba (lo juventino segnò nella finale del 2018) e Kanté, ai galletti mancheranno – sempre causa infortunio – le parate di quel Maignan che dopo l’ottima stagione in rossonero stava iniziando a scalare le gerarchie della propria selezione.

Salendo di un gradino sul podio delle favorite troviamo l’Argentina. Per la Selección sarà il primo mondiale senza Maradona e – probabilmente – l’ultimo con Messi in campo. Un’eventuale affermazione nell’emirato qatariota significherebbe per la Pulce il coronamento di una carriera ancora splendidamente imperfetta. Nel reparto avanzato dell’albiceleste ci sarà tanta Serie A ad aiutare il trentacinquenne in forza al PSG: Di Maria, Lautaro, Dybala. Contingente che sarebbe stato ancora più nutrito senza i recentissimi infortuni delle seconde linee Correa e Nico Gonzalez.

Anche se dal 2002 – anno del quinto titolo, ultimo trionfo di una formazione non europea – il risultato migliore rimane la disastrosa semifinale contro la Germania nel mondiale di casa (lo storico 7-1 del 2014) la grande favorita di questa edizione è ancora il Brasile. Verdeoro con la difesa reparto “italianizzato”: oltre al blocco-Juve infatti, i restanti papabili titolari – Alisson, Thiago Silva, Marquinhos e Alex Telles – si sono fatti le ossa proprio nel nostro calcio.

Le altre europee

Potrebbe recitare la sua parte anche l’Inghilterra. Il selezionatore Southgate ha fatto discutere per le esclusioni eccellenti di Tomori e Abraham. Squadra della quale comunque non è in discussione in valore tecnico: il problema è che i Tre Leoni non vincono un incontro da marzo e – come ben sappiamo – nelle “prove” della Nations League hanno deluso. Dovrà invertire la rotta anche la Germania. Dopo aver cannibalizzato il girone di qualificazione anche i tedeschi si sono persi. Nelle ultime sette uscite le uniche vittorie risultano essere il 5-2 rifilato alla peggior Italia della gestione Mancini e il successo di misura sul modesto Oman. Nel girone E (quello dei teutonici) attenzione al nuovo corso spagnolo. La Roja ha svecchiato la propria rosa – fuori Sergio Ramos, Thiago Alcantara – e, dopo aver sbattuto contro il muro azzurro nella semifinale degli europei, potrebbe rilanciarsi.

Appartenenza e stregoneria

Sarà questa la trama di un mondiale ancora tutto da scrivere? Storia di una competizione iridata in cui le sole pagine iniziali ci sono già state dettate. Anche da chi – per una scelta di cuore e appartenenza – ha deciso di non esserci. Come Cristian Volpato, talento cristallino che si sta ritagliando spazio nella Roma di Mourinho. In barba allo ius soli, il diciottenne di origini trevigiane ma nato in Australia ha preferito l’Under 21 italiana all’incessante corteggiamento dei Socceroos inseriti nel gruppo D con Francia, Danimarca e Tunisia.

Chiudiamo con il sorriso sulle labbra pensando a un altro assente, l’infortunato Sadio Mané. Al quale, ovviamente, auguriamo una pronta guarigione. La stella del Senegal è stato infatti operato in queste ore al tendine del perone. Ora fuori dai convocati dei campioni d’Africa, per l’attaccante del Bayern Monaco si è però inizialmente ipotizzato l’utilizzo di metodi locali decisamente meno ortodossi rispetto alle soluzioni offerte dalla medicina moderna. Il tutto mentre un’altra ambasciatrice del continente nero – il Ghana – sembra aver avuto più di un problema con il trasporto delle divise da gioco. Il mondiale è bello perché è vario.

Marco Battistini

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