Berlino, 3 giu – Si avvicina la finale di Champions League tra Juventus e Barcellona. I bianconeri giocheranno la partita partendo nettamente sfavoriti: i blaugrana sembrano una vera e propria macchina da guerra, la doppia semifinale contro il Bayern ha tolto ogni dubbio su qual è la squadra più forte del momento a livello mondiale.
Nonostante ciò, il calcio è uno sport imprevedibile. Soprattutto, la Juventus di quest’anno ha dimostrato di essere capace di adattarsi a tutte le situazioni, ha fatto emergere una grande sicurezza e una forte fiducia nei propri mezzi e, infine, ha già ribaltato il pronostico nella semifinale contro il Real Madrid.
Proprio per questi motivi Buffon and co. non partono battuti, ma non dovranno fare errori. A cosa dovranno stare attenti particolarmente?
I punti di forza del Barcellona emersi nella semifinale contro il Bayern Monaco di Guardiola sono principalmente due: il pressing ultraoffensivo e gli attacchi in campo aperto.
Il primo gol del Barca nella semifinale di andata nasce a seguito di un recupero palla nella metà campo avversaria: Bernat cerca un’uscita palla al piede sull’esterno sinistra, viene contrastato da Rakitic, Busquets e Dani Alves e perde palla. Dani Alves, dopo aver recuperato il possesso, serve Messi che sfrutta la disorganizzazione difensiva avversaria e inventa una giocata straordinaria che porta al vantaggio blaugrana.
Come può la Juventus limitare gli effetti di questa fase di non possesso aggressiva degli avversari?
Più o meno come fatto negli ottavi di finale contro il Borussia Dortmund, sfruttando quindi le caratteristiche proprie del modulo 4-3-1-2 e dei principi di gioco trasmessi da Allegri. I bianconeri dovranno sfruttare lo spazio che si genera durante la fase di pressing tra la linea di difesa e di centrocampo del Barcellona, cercando di servire tra le linee il trequartista o Tevez. Morata dovrà essere sia capace di “bloccare” i difensori centrali avversari, costringendoli a tenere la squadra il più lunga possibile, sia bravo ad attaccare la profondità e lo spazio alle spalle di Pique e compagni.
Allo stesso tempo, sarà necessario applicare già in fase di costruzione le chiusure preventive adeguate: per questo motivo, sarà necessario un’attenzione maggiore dei due terzini.
Solitamente, nella fase di costruzione bianconera, i due terzini si allargano garantendo la massima ampiezza. Vista la bravura del Barca nel recuperare palla alta, sarà necessario giocare con grande intelligenza tattica per capire quando è il caso di allargare i terzini e giocare corto per attirare gli avversari, e quando può essere preferibile rimanere stretti e verticalizzare immediatamente sul trequartista o su Tevez.
L’altra qualità importante del Barcellona è relativa agli attacchi in campo aperto.
Contro il Bayern, durante la costruzione della manovra, il Barca ha spesso optato per la soluzione diretta difensori-attaccanti, saltando di fatto il reparto di centrocampo. Così facendo, i blaugrana hanno potuto conquistare campo ed eludere il pressing avversario.
Per non rendere efficace questa tattica del Barcellona, la Juventus potrebbe decidere di aspettare gli avversari all’altezza del centrocampo, senza rischiare un pressing ultraoffensivo sistematico. La scelta di aggredire alto potrebbe limitarsi solo nelle occasioni in cui i bianconeri perdono palla nella metà campo avversaria dopo una prolungata azione offensiva: in questo caso potrebbero essere sfruttate le lacune di un Barcellona che nella costruzione da dietro non ha la stessa efficacia degli anni di Guardiola.
Sempre in relazione agli attacchi in campo aperto, l’arma più pericolosa del Barca sono gli attacchi della profondità con verticalizzazioni immediate dopo aver recuperato palla nella propria metà campo. In queste situazioni, la squadra di Luis Enrique cerca ripartenze rapidissime: nell’andata contro il Bayern sono nati così il secondo ed il terzo gol. Come può la Juventus limitare questo problema? Attraverso le già citate chiusure preventive, che possono essere di due tipi: la marcatura preventiva presuppone il marcamento dei giocatori avversari che si trovano sopra la linea della palla e che fungono da ricevitori per un’eventuale ripartenza, la copertura preventiva presuppone la copertura ai compagni in possesso palla posizionandosi dietro la linea della stessa senza marcare avversari. Per fronteggiare Messi, Neymar e Suarez penso possa essere più efficace una marcatura preventiva aggressiva: la capacità di Chiellini e soprattutto Bonucci di giocare sull’anticipo è da questo punto di vista un elemento che può fare la differenza.
Un altro aspetto importante riguarda la gestione della gara. La Juventus deve evitare di alzare il ritmo della partita, deve anzi cercare di addormentare il gioco: questo perché più la partita diventa veloce maggiore diventa la pericolosità dei tre attaccanti del Barcellona. Sarà quindi fondamentale l’apporto di Pirlo, ancora oggi probabilmente il miglior regista al mondo per quanto riguarda le gestione del possesso e dei ritmi della gara.
Fino a questo momento abbiamo ragionato su come la Juventus può comportarsi per limitare i danni. Quale dovrà essere la strategia offensiva?
La prima arma della Juventus saranno sicuramente i calci piazzati: sarà banale, ma la Juventus deve in questi ultimi giorni perfezionare al massimo questo aspetto. Il Barca soffre su calci d’angolo e punizioni laterali a sfavore (sia nei quarti contro il Psg che in semifinale ha preso gol su questi sviluppi) e i bianconeri devono cercare di sfruttare al massimo ogni occasione di questo tipo.
Ci sono altri due fattori da tenere in considerazione e su cui impostare la strategia offensiva, a mio avviso.
Come già detto il Barcellona lascia spazi tra le linee durante la fase di pressing: Tevez dovrà farsi trovare alle spalle dei centrocampisti più spesso di quanto fa solitamente, così da garantire, in coppia con il trequartista, sempre una possibile soluzione. Presa palla tra le linee sarà importante cercare di puntare in 1c1 in campo aperto i due centrali avversari, che potrebbero soffrire la velocità degli attaccanti bianconeri.
Altro fattore da sfruttare è relativo agli spazi lasciati da Dani Alves, terzino brasiliano che ama spingere molto sulla fascia destra. Se da una parte è necessario pensare un veloce raddoppio di marcatura su esterno attraverso lo scivolamento di un interno di centrocampo, dall’altra Allegri potrebbe chiedere a Morata di attaccare con continuità il settore lasciato libero dal sudamericano. Così facendo, i centrali difensivi devono optare su due tipi di scelta, seguire l’attaccante spagnolo e creare spazi centrali sfruttabili da Tevez o lasciare spazio a Morata. In entrambi i casi, si potrebbero creare situazioni favorevoli alla Juventus.
Per concludere, il compito di Max Allegri in questi giorni è sicuramente arduo. Se riuscirà a trovare la strategia giusta, però, i bianconeri potranno ottenere un risultato impensabile all’inizio della stagione. D’altronde, come diceva un vecchio spot televisivo, nel calcio niente è impossibile.
Renato Montagnolo