Milano, 4 ott – È stata respinta la mozione di censura firmata dal capogruppo del Pd in regione Lombardia, Fabio Pizzul, sottoscritta inoltre da altri esponenti dei partiti di minoranza in consiglio regionale con la quale si chiedeva esplicitamente di “revocare la nomina ad assessore regionale” nei confronti di Romano La Russa, per il saluto romano, considerato “un atto di celebrazione del fascismo”, recriminato durante lo svolgimento di un funerale. La mozione non è passata, respinta con 48 voti su 72, facendo così rimanere in carica il fratello di Ignazio La Russa, numero due di Fratelli d’Italia.
Saluto romano in ricordo di uno storico militante milanese
La settimana precedente alle elezioni del 25 settembre, in occasione dei funerali di Alberto Stabilini, storico militante missino milanese e cognato dell’assessore La Russa si era svolto un ultimo intimo saluto tramite il rito del presente, con il quale i presenti hanno voluto omaggiare e tenere fede agli ultimi desideri del defunto. La reazione del Pd non si era fatta attendere, il partito aveva provato in tutti i modi ad aggrapparsi negli ultimi giorni di campagna elettorale al pericolo fascista, tentativo che, come sappiamo, non è andato a buon fine vista la clamorosa batosta delle urne. Da questo fatto era partita la mozione nei confronti dell’assessore, il quale ha cercato, in modo un po’ goffo, di giustificarsi e addirittura trovando delle scusanti al suo gesto.
Il Pd non sa più che pesci prendere
Tralasciando i particolari della vicenda e i personaggi coinvolti, il fatto che emerge ancora una volta è il vano tentativo del Pd di attaccare dei rituali politici sacri in modo pretestuoso e senza fondamento. La riprova è l’ultima assoluzione a Pavia di undici militanti denunciati (dall’Anpi in accordo col Partito democratico) in seguito ai saluti romani in ricordo di Emanuele Zilli, militante del Msi ucciso nel 1973.
Andrea Grieco