L’Arci frigna per le bollette (foraggiata coi soldi nostri)
Continua così la geremiade: «Dopo le tante difficoltà affrontate negli ultimi anni di pandemia, i Circoli Arci si ritrovano oggi con bollette di migliaia di euro, mediamente oltre il doppio di quanto veniva speso un anno fa». Il rischio, spiegano dal Comitato Arci, «è davvero quello di vedere i Circoli dover scegliere quali attività portare avanti, eliminandone molte o, addirittura, doverle sospendere totalmente, tenendo di fatto chiuse le strutture».
Nemmeno evadere il fisco aiuta i circoli?
Insomma, i dané non gli bastano più, e a quanto pare nemmeno evadere con estrema frequenza il fisco servirà a tamponare i futuri salassi. Già perché da una ricerca condotta della LGdata Srl su un campione di 645 casi e resa nota da Il Giornale emerge che la maggior parte dei circoli presenti sul territorio tiene aperti i bar «in maniera del tutto illegale» violando sistematicamente le normative. Oltre al vizio di non emettere gli scontrini fiscali ai non tesserati, «L’82% ha l’accesso sulla via pubblica, il 43% somministra bevande all’esterno dei locali e il 93% pubblicizza l’attività con belle insegne luminose montate sopra i tetti». Sono solo alcuni punti della lunga lista di infrazioni compiute dai gestori. «l 55% non espone i prezzi e più del 90% vende le bottigliette d’acqua a prezzi di mercato» e infine, «c’è quel 46% di circoli senza alcuna finalità di lucro che vende cornetti e gelati anche a chi non si è iscritto» creando concorrenza sleale ai bar.
Nel 2015 il sistema d’affari Arci poteva contare su 1.115.000 soci e 4867 circoli diffusi su tutto il territorio nazionale. Sempre secondo i dati di quell’anno bar e affini fatturavano «5,5 miliardi di euro l’anno, tra evasione e vendite a regime fiscale agevolato». Ciononostante ora l’Associazione ricreativa italiana piange miseria e lancia l’allarme. Che dire: benvenuti nel mondo reale.
Cristina Gauri
1 commento
A me non fanno pena. Nella mia regione hanno monopolizzato una parte del divertimento.. dell’arte.. dello sport… vai a ballare e ti chiedono la tessera Arci, ma che cavolo c’entra? Addirittura per andare a dei locali concerto, nei quali passa buona parte della musica live, quindi importanti per chi vuole farsi conoscere, bisognava fare una super tessera arci nella quale dichiaravi di essere super favorevole all’immigrazione illimitata.. super antifascista… super a favore delle lobby lgbt..(ho estremizzato il tutto per rendere l’idea). Per entrare dovevi avere la tessera per forza, per suonare idem.. mi sono rifiutato e non ci sono andato.