Roma, 9 set – E se Bruxelles a questo punto avesse paura di Mosca? La domanda è quanto meno lecita, visti gli ultimi sviluppi sul sempre caldissimo tema del “tetto al prezzo del gas” in discussione negli ambienti della Commissione europea e dell’Ue, come riportato da Tgcom24.
A Bruxelles slitta il price cup, dopo le minacce di Mosca
Siamo quasi a duecento giorni di guerra in Ucraina e l’Ue continua ad approvare pacchetti di sanzioni. Dopo le minacce di Vladivistok del presidente russo, Ursula Von der Leyen aveva reagito con un solenne quanto inutile “basta minacce”. Eggià. Così perentorio come comandamento, che al Cremlino si saranno senza dubbio impauriti, si pensò immediatamente in modo sarcastico. Così non è stato, ed è bastato un giorno appena per rendersene conto. Offuscati dalla morte della regina, in pochi hanno potuto notare che, almeno stanti le azioni e dichiarazioni attuali, è l’Ue che si sta ritirando, visibilmente impaurita e divisa tra sanzioni attuate chiaramente contro i propri interessi e il timore – a questo punto – anche verso Mosca stessa. E così il commissario Ue all’Energia Kadri Simon prova a fare finta di fare la voce grossa esattamente come Ursula, parlando così alla Russia: “Ha usato le sue forniture come arma per far crescere i prezzi dell’energia il prossimo inverno e per indebolire le nostre economia. I suoi sforzi devono fallire”.
Mosca deve fallire qui, deve fallire lì, e Signore del cielo, basta con le minacce. Lo diciamo noi, che siamo “l’Europa”. Tutto interessante, ma poi? Il tetto del gas, il supremo tetto del gas, quello che ci salverà tutti, ancora non viene deciso. Perché la proposta non verrà più discussa adesso ma si attenderà almeno un mese, quindi a ottobre. E Mosca, dal canto suo, ovviamente ci marcia, con la portavoce Maria Zakharova che rincara la dose: “L’Ue chiude la sua gabbia dall’interno e continua a isolarsi dalla Russia e dal resto del mondo”.
Il ministro francese ci prova quasi disperatamente: “Le sanzioni funzionano”
Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, nel frattempo, ci prova: “Voglio essere molto chiaro sul fatto che le sanzioni sono efficaci contro la Russia. La Russia sta affrontando una grave recessione di oltre il 4%. La Russia sta affrontando un livello di inflazione molto alto, superiore al 14% e ci sono grandi difficoltà per le catene di approvvigionamento russe”. Ah vabbè, se lo dice lei, allora ci crediamo, signor ministro. Poco contano i dati ufficiali sui guadagni della Russia stessa, da quando è scoppiato il conflitto, la sua parola è evidentemente divina. La splendida chiusura dice tutto: “Quindi non ascoltate le bugie di chi non si impegna a difendere i valori europei, non ascoltate le bugie di chi spiega che le sanzioni contro la Russia non sono efficaci”. Tutta propaganda, insomma.
Stelio Fergola
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Cosa fa Bruxelles, comincia ad aprire gli occhi?