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L’imbarazzante Briatore, profeta della pizza al caviale che si autoproclama genio

by Stelio Fergola
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Roma, 21 giu – Flavio Briatore proprio non ci sta ad accettare che la sua pizza venduta al prezzo di una pepita d’oro sia accettata dall’opinione pubblica. Ma il vero eroe si contraddistingue nei momenti di difficoltà. Ed ecco che il coraggio dell’ardito imprenditore non può che essere elogiato nella sua involontaria comicità.

Grazie, Flavio, profeta della pizza al caviale

Briatore desidererebbe tanto la pizza al caviale, o magari al platino. Anche perché quella al caviale non potrebbe inventarla, visto che è stata già sperimentata tre anni fa da un ristorante napoletano, come riportato da GQItalia. Anche la storia della pizza supercostosa non è certo parto della mente del buon Flavio, visto che già se ne parla da alcuni anni.

Flavio, l’eroe della pizza cibo da aristocratici, non si arrende. Vuole rendere a tutti i costi quel mondo di massa, anche se la massa – giustamente – gli lancia pomodori metaforici (che siano san marzano, grappolini o cuori di bue) di viva disapprovazione. Ma lui reagisce, come un cavaliere di ventura, come un Don Chisciotte della gastronomia, con le parole riportate anche dal Fatto Quotidiano: “Come fanno a venderla a 4 euro, cosa ci mettono dentro?”. Ora, a prescindere dal fatto che la pizza a 4 euro è ormai sempre più rara e che con il boom dei costi delle materie prime lo sarà ancora di più in futuro, il proseguo è ancora più esaltante: “L’Italia è un paese di gelosi. Ragazzi siete degli invidiosi e io vi adoro perché mi fate una pubblicità della Madonna. Io sono un genio e voi non lo siete”.

Vengono in mente le urla di esaltazione di un regista fittizio, il popolarissimo René Ferretti, della serie televisiva italiana Boris. Perché il Ferretti, sovente, pronunciava quella esclamazione: “Genio!”. E il Flavio l’appellativo di “genio”, lo merita tutto. Perché in una serie come Boris starebbe d’incanto. Protagonista assoluto.

Un piatto povero ma delizioso

Fuori dagli schemi dello sfottò al prode Flavio, la pizza è semplicemente un piatto povero, come ce ne sono tanti nella tradizione gastronomica italiana. I banali tentativi di renderlo “aristocratico” perpetrati non certo dalla nascita del Crazy Pizza briatoriano, ma già da diversi anni, fanno abbastanza tenerezza. Certamente, si può “alzare la posta”. Magari tentando l’esperimento del caviale. Ma a meno di non rendere l’impasto stesso fatto esclusivamente di caviale, si sta parlando di un’obiettivo commerciale abbastanza ridicolo. Poi, per carità: ognuno spenda i suoi soldi come meglio crede. Forse però una bella sberla in faccia – sempre commerciale s’intenda – in questo caso farebbe soltanto bene, quanto meno a livello culturale.

Stelio Fergola

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Evar 21 Giugno 2022 - 8:35

Da dove è venuto il Bria? Da un posto di merda a 1000 metri s.l.m dove faceva il maestro di sci. E se non basta, in provincia di Cuneo, nota per essere la più imbranata d’Italia.
E ancora, ha fatto l’itis x geometri, ovvero la sfiga per eccellenza ed ha avuto per compagni di scuola due baccalà come Piedifreddi e la Santadechè.

Ditemi allora se non è grande il Bria, un genio assoluto emerso dalla mefitica palude italia.

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fabio crociato 29 Giugno 2022 - 11:27

Purtroppo -e dico purtroppo, Briatore ha ragioni da vendere… L’ anello debole suo è solo la questione della location sua, mirabile a suo dire, viceversa un “cesso” a confronto delle ns., più o meno semplici, casette… Ma come al solito, san tutto gli altri… deficienti.

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