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La telefonata a tre proposta da Erdogan? Non si terrà. Nessun dialogo tra Putin e Zelensky

by Eugenio Palazzini
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Roma, 30 mag – Lo sforzo del “sultano” è indubbio, finanche costante, ma sinora ha rimediato soltanto sonori niet. Sì perché la tanto attesa telefonata a tre, evocata ieri da Erdogan, non ci sarà. L’iniziativa che ai più è parsa una flebile speranza per riaprire i negoziati tra Ucraina e Russia, è naufragata mestamente. Nessuna chiamata tra Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e il presidente turco.

La telefonata a tre proposta da Erdogan? Saltata

Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha fatto sapere che non è prevista la partecipazione del presidente ucraino e il formato della call sarà bilaterale. “Il presidente Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan terranno colloqui telefonici lunedì senza alcun coinvolgimento di terze parti”, ha dichiarato Peskov alla stampa russa. Stando a quanto riportato dalla Tass, Putin ha oggi in programma due conversazioni telefoniche internazionali, una delle quali con Erdogan. “Stiamo parlando di una conversazione tra Putin ed Erdogan, nel formato bilaterale“, ha sottolineato Peskov. In parole povere ci sarà soltanto una chiamata tra Erdogan e Putin, abbastanza inutile in questa fase relativamente alla ripresa del dialogo tra Kiev e Mosca.

Il dialogo che non c’è

Il leader turco, a dirla tutta, non aveva parlato proprio di “telefonata a tre”, l’aveva più che altro fatta intendere: “Lunedì avrò telefonate sia con il presidente della Russia che con il presidente dell’Ucraina. Continueremo a sollecitare le parti a utilizzare canali di dialogo e diplomazia”, aveva detto.
Ribadendo poi la sua intenzione di chiedere di nuovo a Putine Zelensky di “utilizzare tutti i canali del dialogo e della diplomazia”. Aveva però specificato che Putin “non è entusiasta” dell’idea dell’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia. Ingresso peraltro osteggiato, sinora, anche dalla Turchia. “Ovviamente Putin non guarda con entusiasmo all’ipotesi di un allargamento in questo momento, anche perché la Finlandia è un Paese di confine, ma la stessa cosa si può dire dei Paesi scandinavi. Noi desideriamo che questa guerra finisca il prima possibile con la pace tra Russia e Ucraina, ma la situazione – aveva detto Erdogan – prende una piega negativa man mano che i giorni passano”.

Eugenio Palazzini

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