Roma, 19 mag – La Turchia, sostanzialmente, si comporta da Italia. Pur disponendo di mezzi infinitamente inferiori, Ankara nella crisi ucraina sta giocando in modo attivo e concreto, ma soprattutto tutto sommato libero, nonostante l’appartenenza alla Nato.
La Turchia fa ciò che dovrebbe fare l’Italia
Lo spunto per la riflessione nasce da un’indovinatissima intervista di Libero a Daniele Lazzeri del Think Thank Il Nodo di Gordio. Lazzeri afferma chiaramente un concetto evidente che la stampa mainstream praticamente neanche prende in considerazione: ovvero lo status “da larva” che Roma ha assunto a livello internazionale, soprattutto dopo lo scoppio della guerra. Non che prima si navigasse in acque esattamente esaltanti, anzi: parliamo di un declino totale e vertiginoso, sulla scena mondiale, che prosegue imperterrito da almeno quindici anni.
Ma l’accelerazione dopo le ostilità tra Mosca e Kiev è stata addirittura imbarazzante. Elemeno che Lazzeri evidenzia con obiettività nel corso dell’intervista, specialmente quando dice che l’Italia “ha abdicato alla sua vocazione di ponte Oriente-Occidente” e che “la beffa è che il nostro Paese si è fatto soffiare questa sua funzione dalla Turchia” e poi “quello che sta facendo Erdogan, che è riuscito più volte a ospitare in territorio turco i negoziati, per quanto precari, fra russi e ucraini, avrebbe potuto e dovuto farlo l’Italia”. In un contesto in cui, secondo Lazzeri, “il più grande sconfitto è proprio l’Europa” e in cui si notano i tentativi del tutto sterili di Emmanuel Macron di mediare.
Una fotografia dell’imbarazzante realtà
Difficile dare torto a Lazzeri praticamente su tutto. Anche nel finale, quando si riflette sul fatto che una colpa dell’occidente “europeo”, per così dire, sarà quella di “aver consegnato i russi ai cinesi” invece che tentare di stabilirvi rapporti di buon vicinato che sarebbero stati pienamente nell’interesse delle Nazioni del continente. Quanto ad Ankara, continua a “giocare”, pur con i suoi limitati mezzi a disposizione. Promuove dialogo, chiede sostanzialmente di trattare sull’ingresso di Finlandia e Svezia. Ovviamente, curando i propri interessi. Il tutto da membro della Nato. Come a dire che le gabbie esistono per tutti. Ma c’è qualcuno che prova a ballare al suo interno ottenendo anche risultati tutt’altro che disprezzabili. Dall’altro lato, c’è chi non fa altro che comportarsi, appunto, da larva. E la larva, ahinoi, si chiama Italia.
Stelio Fergola