Roma, 13 mag – La buona scuola di Renzi? Un brodino inutile. L’unica soluzione è tornare alla riforma Gentile. Parola di Vittorio Feltri, che in un articolo pubblicato ieri su Il Giornale ha stroncato la riforma del governo in carica e non ha esitato a giudicare fallimentari tutti i precedenti tentativi di modifica del sistema scolastico attuati dai governi passati di ogni colore, che da settant’anni a questa parte non hanno fatto altro che peggiorare progressivamente la situazione.
“In mezzo secolo – scrive Feltri – saranno state sette o otto e tutte hanno ottenuto risultati opposti a quelli sperati. Anziché migliorare il funzionamento dell’istruzione, l’hanno peggiorato; ed è un miracolo che non l’abbiano annullato: significa che l’impianto è solido, neppure i politici sono stati capaci, nonostante l’impegno, di demolirlo.” Fortuna quindi che il fascismo concepì sul serio una buona scuola, un sistema granitico e funzionante che nessuno è riuscito a cancellare in toto. Peccato quindi non averlo lasciato stare il sistema scolastico così com’era perché, spiega Feltri: “Ho citato i casi di Moratti e Gelmini perché relativamente recenti; ma anche in passato qualsiasi governo avventuratosi nel ginepraio scolastico ha fallito. Cosicché l’apparato pedagogico italiano, nonostante una miriade di revisioni, non è all’altezza dei tempi: via via si è trasformato in una sorta di ammortizzatore sociale nel quale si rifugiano per campare migliaia di laureati rifiutati da altre più redditizie professioni.”
Sebbene a Renzi piaccia presentarsi come il nuovo Mr. Wolf, colui che risolve i problemi, va a finire che puntualmente riesce solo ad aggravarli, questi annosi problemi. “La scuola – commenta Feltri – non istruisce più: è un diplomificio che rilascia pezzi di carta inservibili. Poi ci lamentiamo del declino inarrestabile che ci condanna all’arretratezza. Ecco perché le riforme, a prescindere dal contenuto, sono brodini. Si imporrebbe una rivoluzione, ma chi è attrezzato per realizzarla? Renzi ha una moglie in cattedra che potrebbe aiutarlo? Non illudiamoci.”
Cosa fare allora? Come porre rimedio a questo tunnel senza via d’uscita in cui sembrano essersi ficcati tutti i governi italiani del dopoguerra? Un modo forse ci sarebbe, ma secondo l’ex direttore de Il Giornale, nessuno ha il coraggio di adottarlo. “L’unica soluzione sarebbe quella di ripristinare – paradossalmente – il sistema ideato da Giovanni Gentile, che era perfetto e alla base ha resistito ai colpi d’ascia infertigli da parecchi governi democratici e pasticcioni, inconsapevoli del vero morbo di cui soffre l’educazione patria. Già, si fa alla svelta a dire Gentile. A guerra finita fu assassinato perché ideologo fascista, per quanto innocuo. Riesumarne i criteri applicati all’istruzione sarebbe saggio, ma proprio per questo nessuno oserà procedere. D’altronde, l’Italia ha mutato pelle e anima: non ha il coraggio di riconoscere i propri errori e porvi rimedio. La decadenza è assicurata.”
Decadenza senza possibilità di palingenesi quindi? Secondo Vittorio Feltri, e secondo noi, molto probabilmente si. A meno che appunto qualcuno non colga quella che proviamo a interpretare come qualcosa più di una semplice provocazione. Tornare alla riforma del ventennio fascista, attualizzandone senza stravolgerne i contenuti, vorrebbe certamente dire avere coraggio, ma non solo: significherebbe pensare la scuola come il volano della rinascita nazionale. Proprio perché come ammoniva Gentile: “Lo Stato non si restaura se non si restaura la scuola.”
Eugenio Palazzini
1 commento
la riforma Gentile è stata l’unica vera, valida ed inimitabile.
Purtroppo per il governo tronare ad applicarla sarebbe dare ragione al Fascismo. Per quanto perfetta l’orgoglio di Renzie and CO. glielo impedisce.