Roma, 23 mar – Botta e risposta in Aula tra Draghi e Sgarbi sulle armi all’Ucraina in guerra con la Russia: per il premier “bisogna fermare gli aggressori”, ma per il critico d’arte “così sarà uno sterminio”. Continuare ad inviare armi all’Ucraina rischia di “non interrompere questa guerra e aumentare i morti”, avverte Sgarbi. “Capisco la sua tristezza” – è la replica di Draghi – ma “allora dovremmo accettare che sostanzialmente difendiamo il Paese aggressore, non intervenendo”. Insomma, si scatena un vero e proprio duello all’ultima parola tra il premier e il deputato durante la seduta della Camera per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo sulla crisi ucraina.
Duello all’ultima parola tra Sgarbi e Draghi sull’invio di armi all’Ucraina
Duello da cui esce vincitore Sgarbi, anche perché la sua obiezione è inconfutabile: armando l’Ucraina si allunga la guerra e di conseguenza l’elenco delle vittime. “Tolstoj – ricorda il critico d’arte intervenendo durante il dibattito – indicava questa rotta: Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza. Sarei quindi prudente per l’avvenire a pensare che armare quell’esercito, che è un grande esercito di resistenza e diventa sempre più forte con i cittadini, non sia in realtà un modo per non interrompere questa guerra e aumentare i morti. Perché anche un soldato russo morto è un innocente: non ha voluto quella guerra, l’ha subita”, sottolinea il deputato del Misto.
Il premier: “Non intervenendo difendiamo il Paese aggressore”
“Capisco – afferma Draghi nella sua replica al critico d’arte – la sua tristezza, che poi è anche la mia e credo quella di tutti noi qui, di fronte alla carneficina, che è vero che non distingue le divise, ma distingue i bambini. È un terreno molto scivoloso questo, perché, se noi sviluppiamo le conseguenze di questo ragionamento, cioè non aiutare militarmente i Paesi che vengono attaccati, questo è il ragionamento, allora dovremmo accettare che sostanzialmente difendiamo il Paese aggressore, non intervenendo”.
“Dovremmo lasciare che gli ucraini – insiste l’ex numero uno della Bce – perdano il loro Paese e accettino pacificamente la schiavitù. Capisce bene che questo è un terreno, come dicevo, scivoloso, che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito Paesi inermi, a cominciare da Hitler, a cominciare da Mussolini”.
La replica del critico d’arte: “Armare l’Ucraina nella certezza della sconfitta è uno sterminio”
Sgarbi però non rinuncia all’ultima parola, intervenendo prima del voto sulle risoluzioni. “La sua replica – dice rivolgendosi al premier – è stata ripresa dai telegiornali e contraddetta dal Papa. Non voterò la risoluzione della maggioranza per una semplice ragione – annuncia il sindaco di Sutri -. Lei ha evocato Mussolini e Hitler, opportunamente, ma ha dimenticato che per liberare l’Europa da Mussolini e Hitler gli americani sono sbarcati in Sicilia e hanno condotto una battaglia vittoriosa”.
“Ora, armare oggi nella speranza di una vittoria è un’illusione, ma nella certezza di una sconfitta è uno sterminio“, avverte il critico d’arte facendo riferimento allo stato attuale dell’offensiva russa. “Perché si moltiplicano i morti e si uccidono persone innocenti senza alcun esito. Putin è uno sconfitto morale ma il probabile vincitore militare, non è su questo piano che dobbiamo contrastarlo, sul piano morale e sul piano della persuasione”, conclude Sgarbi.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
Ecco dove cade l’ uomo Draghi ed una valanga di persone, anche se meno responsabili di non sapere come lui un beato c…o. Gli ucraini erano sempre più “pacificamente” in schiavitù ben prima della entrata in guerra di ritorsione dei russi!
Infatti in Ucraina, satrapi-oligarchi immondi hanno dovuto castigare crudelmente pure i russofoni (l’ unica vera barriera storico-morale alle loro ed altrui possibili porcate), per lucrare a più non posso e violentemente su tutti i beni nazional-popolari (terra e lavoro), sviluppando stati debitori, “nazisti” servili a loro immagine e somiglianza, regimi locali mafioso-clientelari, sfruttamento vergognoso delle risorse con prezzi da follia causanti povertà “non dignitosa”. Non parliamo della giustizia, si moriva per un nonnulla già prima senza che nessuno potesse sapere e fiatare. Ne so qualcosa perché conosco anche quelle parti da più di venticinque anni, a fianco di gente semplice, chi russo addirittura ex Ddr, chi rumeno delle terre di Codreanu, chi giovane, parente (sic), ucraino ammazzato senza pietà che manco nella peggiore Sicilia…
Secondo me certi individui “assettati” non dovremmo manco più considerarli ma solo accantonarli rendendoli inoffensivi in attesa di valutare qualche flebile possibilità di riciclo.