Roma, 2 mar – Paolo Nori e università Bicocca, le polemiche sembrano ancora non assestate. Lo scrittore, dopo un’iniziale stop al suo corso su Dostoevskij, aveva denunciato la censura, questo prima che l’Università facesse marcia indietro sulla questione. Adesso, però, Nori non si dichiara tanto sereno sull’argomento.
Nori alla Bicocca: “Non è che chiamano e io corro”
“Per stavolta vince la cultura”, avevamo detto su queste pagine. Ma il sereno non è ancora tornato, a quanto pare. Nelle dichiarazioni raccolte dall’Ansa, Paolo Nori è intervenuto sul “ripristino” del suo corso su Dostoevskij all’università Bicocca: “Ancora non so se ci vado oppure no. Ci devo pensare. Non è che mi chiamano e io corro“. Poi ha aggiunto: “Non so se voglio andare in una Università che ha immaginato che Dostoevskij sia qualcosa che genera tensione. Ci penso e poi rispondo con calma. Ho altro da fare adesso”.
La pubblicazione su Dostoevskij
Nori nel 2021 ha pubblicato Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij. Il libro è stato finalista al Premio Campiello 2021, ed è legato al rapporto che Nori ha sviluppato con lo scrittore russo, risalente alla sua gioventù, quando ne lesse il celebre Delitto e castigo. Il testo ha ricevuto una serie di belle recensioni, tra cui quella di Vanni Santoni (la Lettura), nella quale si legge: “Come si suole dire, da Sanguina ancora emerge un ritratto inedito di Dostoevskij, solo che in questo caso è vero, e alcuni dettagli non possono non deliziare l’appassionato: su tutti un ‘cappello alla Zimmermann’ che dalla realtà finisce in Delitto e castigo“. Nori ha espressamente dichiarato di essere rimasto affascinato dalla figura del russo e da ciò che gli ha permesso di raccontargli fin da ragazzo.
Alberto Celletti
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