Il NY Times sfrutta l’odio social verso JK Rowling per vendere abbonamenti. E perde lettori
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Roma, 22 feb — Quando si pensa che la propaganda liberal ha ormai toccato il fondo, arriva sempre qualcuno a stupirci fissando l’asticella un po’ più in giù, verso il centro della Terra e oltre: accade così che il NY Times, evidentemente a corto di argomento con i quali fare presa sui potenziali abbonati, ha deciso di utilizzare l’odio online — insulti, minacce di morte, ostracismo portati avanti da centinaia di migliaia di utenti social — verso JK Rowling.
La «mamma» di Harry Potter — odiata dal mondo Lgbt e progressista e bollata come transfobica per aver osato dichiarare che esistono solo due generi e che solo le donne mestruano e fanno figli — fa infatti la sua comparsa, anzi scomparsa, nella campagna di abbonamenti della testata statunitense. Sì, «scomparsa», perché per guadagnarsi il favore dei lettori più woke il NY Times «gioca» sulla cancellazione del nome della Rowling arrivando a invitare i lettori a «immaginare Harry Potter senza la sua autrice».
Così, sui cartelloni elettronici sparsi per le strade d’America, abbiamo Lianna, rappresentate-tipo dei destinatari della campagna. Ce le ha tutte: afroamericana, lesbica, non-binaria, tassativamente obesa, che sogna un mondo dove Harry Potter non è stato scritto da quella transfobica di JK Rowling, ostracizzata con il ditino censore dagli stessi attori della saga — da Emma Watson a Daniel Radcliffe — che senza di lei, probabilmente, a quest’ora farebbero le comparse nelle pubblicità di detersivi.
Il giochetto del quotidiano di riferimento dei liberal americani stavolta pare non aver funzionato troppo. E così, secondo quanto riferisce il Telegraph, sono fioccate le disdette di abbonamenti da parte dei vecchi lettori, nauseati dalla «mossa pubblicitaria». «Ho cancellato il mio abbonamento @nytimes perché ha provato a cancellare @jk_rowling», è il tenore dei vari tweet. «Stiamo cercando di immaginare il NY Times senza il suo reparto marketing, senza i suoi editori, senza i suoi proprietari, senza i suoi editorialisti di Op-Ed e senza la sua fedele base di abbonati», fa eco qualcun altro rifacendo il verso alla campagna abbonamenti. E ancora: «Così ho cancellato il mio abbonamento Nyt perché ha provato a cancellare Rowling». Dai e ridai, la sopportazione della gente — una parte di essa per lo meno, quella che non ha il cervello completamente marcio — per i mezzi schifiltosi con cui i cosiddetti «buoni™» cercano di annientare tutto ciò che trovano sul loro cammino, a un certo punto arriva al termine.
Cristina Gauri
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