Roma, 29 gen – Lo spettacolo avvilente che stanno offrendo in questi giorni i partiti italiani è degno di un teatrino dei burattini. Per quanto sul presidente della Repubblica si giochi una partita reale, a chiunque appare una surreale messinscena. Così ieri abbiamo assistito all’ennesima puntata di una telenovela che ha stufato tutti, con il centrodestra incapace di fare quadrato sul nome della Casellati, impallinata dal fuoco amico centrista e il centrosinistra che sulla carta non esiste più. Il Pd continua a nicchiare senza proporre un nome che sia uno e il M5s è diviso tra l’ala che fa capo a Conte e quella che segue Di Maio.
Il teatrino dei burattini e lo Shiva danzante
Con Grillo deus ex machina della devastazione, perché più che un guru pentastellato sembra ormai uno Shiva danzante dietro le quinte, che tutto distrugge d’un tratto. Prova ne è quanto accaduto nella tarda serata di ieri, quando Grillo via Facebook ha tirato fuori senza pensarci troppo il nome della Belloni: “Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni“. Pronta la replica di Luigi Di Maio, in risposta al fondatore M5S e all’attuale capo politico: “Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso”. E ancora: “Lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l’accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto”. Un attacco a gamba tesa al suo stesso partito, che palesa l’aria che tira in questi giorni in casa Cinque Stelle.
Dunque è saltato pure lo strano asse Conte-Salvini-Meloni, che sulla Belloni puntava tanto da rimarcare l’importanza di avere finalmente un presidente donna, competente e davvero sopra le parti. Per tutta risposta si è creato un altro curioso fronte, già evidenziatosi peraltro nei giorni scorsi, contrappostosi all’idea del capo dei servizi segreti al Colle: quello Letta-Renzi-Di Maio-Berlusconi. Anzi, a dirla tutta forse Letta si sarebbe accontentato pure della Belloni, ma il malumore in casa dem già montava: vade retro Belloni e altro che “Pd unito”. Nessuno è unito, tutti sono tristemente divisi.
Un’altra sceneggiata in arrivo
Questo in estrema sintesi, per descrivere il film della giornata di ieri, alias il teatrino dei burattini. Stamani si riparte, con l’ennesima sceneggiata. Perché difficilmente si troverà una quadra e assisteremo quindi a un’altra pantomima. Settima votazione del presidente della Repubblica che verosimilmente porterà una nuova fumata nera. Si attende l’esito del secondo incontro tra Salvini, Letta e Conte. Mentre i centristi di tutto il Parlamento uniti tornano a proporre la vecchia volpe democristiana Pier Ferdinando Casini. Abbiamo forse raggiunto uno dei punti più bassi della storia politica italiana? Non è detto, al peggio non c’è mai fine, purtroppo. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta.
Eugenio Palazzini
3 comments
I veri bruciati sono i “grandi elettori” che dovevano cambiare parecchio e che inetti ancora circolano senza vergogna con la targa 5 stelle… carta igienica pluriuso. Indegnità Italia.
Tutto il resto è semplice prova di trasmissione sistemica.
Pertini fu eletto alla sedicesima votazione von oltre 800 voti.
[…] infatti si ritrova di nuovo Capo di Stato dopo un imbarazzante teatrino messo in piedi da centrodestra e centrosinistra. La verità, come scritto più volte su questo […]