Roma, 19 gen – “Abolire il sistema dei colori“: i governatori tornano alla carica nel confronto Regioni-governo centrale sulle restrizioni anti Covid. Sul tavolo anche la quarantena e il conteggio dei casi positivi. “Con gli altri presidenti abbiamo parlato di abolire i colori delle regioni, non è più il caso, ne ho parlato con Fedriga. I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d’accordo”. Così il governatore del Molise Donato Toma, ospite di Un giorno da pecora, su Rai Radio1.
Confronto col governo, Regioni: “Abolire il sistema dei colori”
Sulla stella linea dei presidenti di Regione il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “C’è una platea del 90 per cento di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa“, dice in un’intervista al Corriere. “Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente può circolare, non sembra avere più molto senso”. Anche perché “sono state messe a punto misure più restrittive e puntuali”, aggiunge. Insomma, anche a sentire Costa con il super green pass e il lockdown di fatto per i non vaccinati il sistema dei colori può essere rottamato. “Bisogna avviare con le Regioni un percorso per il loro superamento. Dobbiamo ricordarci come è nato quel sistema. In tempi nei quali il crescere del contagio rendeva necessario porre in atto limiti alla libertà generalizzata”, precisa il sottosegretario.
Costa: “Deve rimanere soltanto la zona rossa”
Se le richieste delle Regioni venissero accolte, come chiede Costa, in Italia scatterebbe soltanto la zona rossa, che prevede restrizioni anche per i vaccinati, ripristinando in tutto e per tutto il lockdown. La temuta zona rossa scatta con un tasso di occupazione dei reparti ordinari oltre il 40%, ricoveri in terapia intensiva oltre il 30% e un’incidenza di 250 positivi ogni 100mila abitanti. Allo stato attuale l’unica regione che rischia è la Valle d’Aosta, già in zona arancione. Infatti il tasso di occupazione dei posti letto è al 57% mentre i ricoveri in terapia intensiva sono al 24%.
Bollettino, le richieste dei governatori
I governatori chiedono anche di rivedere il bollettino quotidiano, perché attualmente nel conteggio include anche i positivi asintomatici. Pertanto le regioni rischiano di passare in zona arancione per l’incidenza dei casi senza che ci sia un aumento dei ricoveri. D’accordo con i governatori è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “In questo momento e in questa fase pandemica, la vera rivoluzione è una spiegazione migliore del bollettino quotidiano. Con un dettaglio maggiore di coloro che vengono davvero ricoverati per il Covid o per le conseguenze del Covid”.
Sileri: “Bisogna distinguere tra ricoveri per Covid e con Covid”
Ospite di TimeLine su Sky Tg24, Sileri chiarisce che bisogna distinguere tra “chi entra in un ospedale per una complicanza legata al Covid” e “chi entra per fare magari una chemioterapia per un tumore all’ultimo stadio e scopre di avere il Covid, ma la causa del decesso è il tumore. Una scomposizione di questi ricoveri è necessaria per spiegare il dato reale dell’impatto che è legato più agli asintomatici”. Per quanto riguarda i decessi, Sileri chiarisce: “La mortalità scenderà più avanti – conclude Sileri -. Prima calano i casi, poi i ricoveri e poi i decessi. Stiamo vivendo il plateau di questo picco. Ora dobbiamo vedere quanti giorni sarà, ma poi ci sarà discesa come nel Regno Unito”.
Adolfo Spezzaferro